Marano, finale “amaro” per il sindaco Liccardo

MARANO. Venerdì 20 maggio 2016, ore 19.35, una data e un’ora che rimarranno sicuramente impresse per un bel po’ di tempo nella mente del sindaco Liccardo. Da Primo cittadino, negli ultimi suoi giorni di consiliatura, ha dovuto ingoiare un altro boccone amaro nel constatare che nell’ultimo Consiglio comunale della sua era non c’era il numero legale per far approvare alcuni punti, forzatamente messi all’ordine del giorno: regolamento isola ecologica, questione ampliamento cimitero, emergenza via Pigno, eccetera.

Trattandosi di seconda convocazione occorreva la sua presenza più quella di otto consiglieri comunali. Ce n’erano, invece, sette della maggioranza (l’opposizione, per scelta politica, non era presente): Titty Astarita, Teresa Di Vaia, Castrese Alfiero, Luigi Di Marino, Francesco Migliaccio, Saverio Santoro, Vincenzo Marra (presidente del Consiglio comunale). Hanno disertato la seduta: Michele Palladino, Raffaele De Biase, Maria Del Fiore, Giorgio Sansone, Biagio Baiano. Quest’ultimo è entrato nel cortile antistante l’aula consiliare a lavori già conclusi, ma con il piede pigiato sull’acceleratore, per far intendere che aveva fatto tardi.

Una fiction? O avrà veramente avuto qualche contrattempo? All’ultima sceneggiata, in segno di solidarietà verso il sindaco, hanno preso parte anche gli assessori Francesca Beneduce (da Sant’Anastasia), Denis Scarmozzino (da Napoli), Anna Sorrentino (da Portici), Nicola Paragliola (da Marano). Mancavano Gennaro Testa (da Pozzuoli) e il vicesindaco Salvatore Sorrentino (da Marano).

Il sindaco, dopo la delusione, è scappato via senza guardare in faccia a nessuno, mettendosi repentinamente alla guida della sua auto. Probabilmente non si aspettava di essere tradito proprio da coloro che l’avevano convinto, ad agosto 2015, a restare in sella quando si dimise da Primo cittadino. L’avesse fatto, la città non avrebbe sofferto altri nove mesi d’inferno, non si sarebbe insediata la Commissione d’accesso che, adesso, potrebbe anche propendere per lo scioglimento del Consiglio comunale, il 5 giugno i cittadini si sarebbero recati a votare per designare il nuovo sindaco.

Ma questa martoriata città, che stenta a scrollarsi di dosso il marchio di “Terra di Camorra”, quando troverà un po’di pace?

Mimmo Rosiello

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