Marano. Il sindaco: “le mie dimissioni non sono una resa ma un atto d’amore verso la città”. Alfiero: “i tempi dell’ opposizione dettati da un Higuain della situazione”

MARANO. In un’aula consiliare deserta si è svolto, in seconda convocazione (la prima saltata per mancanza di numero legale), il Consiglio comunale con un unico punto all’ordine del giorno: presa d’atto delle dimissioni del sindaco. 9 i presenti, 16 gli assenti: 4 della maggioranza e 12 della minoranza. Nei banchi della maggioranza erano seduti (tutti con i volti tristi in un clima quasi da “de profundis”) Teresa Di Vaia, Titty Astarita, Biagio Baiano, Giorgio Sansone, Castrese Alfiero, Maria Del Fiore, Luigi Di Marino. Mancavano Francesco Migliaccio, Raffaele De Biase, Michele Palladino, Saverio Santoro. Erano presenti anche il presidente del Consiglio, Vincenzo Marra, e il sindaco Angelo Liccardo.

Attraverso una lettera, letta in aula dal presidente Marra, il sindaco ha chiarito i motivi delle sue dimissioni.

I punti salienti. “Ho sempre cercato – ha scritto il sindaco – di affrontare le varie emergenze politico-amministrative, pure in presenza di enormi carenze di risorse finanziarie e umane. Con fatica ho messo in sicurezza i conti dell’Ente sottraendo risorse a nuove opere e nuovi interventi, per pagare debiti accumulati da coloro che mi hanno preceduto. Pur tuttavia, sono state realizzate e messe in cantiere importanti opere. Non sono mancati conflitti all’interno della macchina comunale, ma ho sempre cercato di affrontarli con moderazione…Ho dovuto registrare tanti comportamenti irresponsabili e assurdi tenuti dall’opposizione. Una minoranza che ha sempre avuto l’unico obiettivo di far cadere la mia amministrazione, senza mai preoccuparsi del bene comune…. Le mie dimissioni non sono una resa, ma un atto d’amore verso la città, nella speranza che questa scossa possa servire a migliorare le cose”.

Per la maggioranza ha preso la parola Alfiero, il quale, dopo aver ringraziato il sindaco per aver dato l’anima nel condurre il suo breve mandato, ha stigmatizzato il comportamento irresponsabile degli oppositori.

“In quest’aula – ha detto – si sono consumate battaglie che sono andate oltre la politica. Una cosa è scontrarsi sui problemi della città, altra sono gli attacchi personali, le accuse infamanti e volgari. Siamo stati accusati di connubio con la camorra, cosa assurda per noi lavoratori onesti che crediamo unicamente nei valori della famiglia”.

Poi Alfiero ha parlato di un trascinatore che avrebbe dettato i tempi dell’opposizione, apostrofandolo come l’Higuain della situazione. Tutti i presenti hanno capito che Alfiero si riferisse, quasi sicuramente, all’ex sindaco Bertini, anche se non è stato pronunciato il suo nome. Abbiamo provato a chiederglielo, ma non ci ha dato una risposta, però gli è uscito di bocca la frase è un toscano.

Alla fine è intervenuto il presidente del Consiglio Marra.

“Abbiamo ereditato una situazione economico-finanziaria disastrosa – ha detto – una serie innumerevole di debiti, circa 70milioni, e con coraggio abbiamo aderito al piano di risanamento, l’unica strada per salvare il salvabile. Quando si ereditano macerie, occorre del tempo per ricostruire. Noi abbiamo gettato le basi”.

Per quanto concerne la questione  della convocazione irregolare del Consiglio comunale, ha definito il comportamento della minoranza strumentale e mistificatorio.

“Quando non hanno nulla da dire – ha concluso – cercano di arrampicarsi sugli specchi”.

Mimmo Rosiello

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