Marano, nasce il mercatino “Risorse del disuso”. Ma è già polemica sulla concessione.

Nasce un nuovo mercatino di zona. Il progetto, autorizzato dall’amministrazione e gestito dall’associazione Arca, è denominato “Risorse del disuso”. Ogni domenica mattina, per un arco temporale di sei mesi, nel largo di via Arafat, praticamente a ridosso del distretto sanitario, potranno esporre tutte le realtà commerciali e artigianali di Marano che ne faranno richiesta.

L’obiettivo è quello di incentivare la collettività al riuso degli oggetti, “visto che un gran numero di beni dismessi dalle famiglie viene smaltito in discarica”. Ne dà notizia l’assessore a Mercati e Fiere, Gennaro Ruggiero. Gli artigiani e i commercianti interessati all’iniziativa possono rivolgersi al Comune o all’associazione Arca (sede sociale corso Europa, 51), al quale l’Ente ha affidato la gestione del progetto mediante una delibera di giunta del 10 dicembre del 2013 e alla luce di un’istanza protocollata in data 25 novembre (protocollo 18861), ovvero appena 15 giorni prima.

Nel corso dei sei mesi – si legge nell’istanza protocollata al Comune da parte dei responsabili dell’associazione Arca – saranno promossi spettacoli di animazione, mostre d’arte e di artigianato, tavolo del baratto, mostre fotografiche, eventi sportivi, eventi musicali e visite guidate alla scoperta di Marano. E’ previsto inoltre l’allestimento di stand enogastronomici e sagre, con percorsi che coinvolgeranno ristoranti, trattorie e altri operatori del settore.

Fin qui le note liete, anche se a stupire è la velocità con la quale è stato esaminato il progetto e concesso il via libera da parte del Comune (appena 15 giorni), ma permangono non pochi dubbi di carattere normativo. Quale regolamento comunale consente infatti di concedere l’utilizzo di suolo pubblico su richiesta di parte? La legge regionale numero 1 del 2000 stabilisce che la scelta delle aree per l’istituzione del mercato è di competenza del Consiglio comunale, che l’eventuale assegnazione deve essere concordata con le associazioni di categoria e previo o mediante l’espletamento di bando pubblico. Potremmo sbagliarci o aver confuso i riferimenti normativi, ma sarebbe comunque auspicabile che le forze di minoranza e la stessa maggioranza approfondissero la questione.

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