Non si placa la polemica sull’espulsione dall’aula consiliare del leader de L’Altra Marano Mauro Bertini. I consiglieri di minoranza, dopo essersi autosospesi dalle attività istituzionali “fino a quando non sarà ripristinata l’agibilità democratica” e dopo aver preannunciato una lettera al prefetto di Napoli, calano sul tavola una nuova carta. Parlano di “regolamento violato e di abuso di potere” il consigliere del Pd Pasquale Coppola e gli esponenti della segreteria democratica. Il riferimento è all’operato del presidente del Consiglio Angela Di Guida.
“L’articolo 31 del regolamento del Consiglio comunale – spiegano – al capitolo sanzioni disciplinare recita testualmente che nessun consigliere può intervenire nel dibattito se prima non abbia chiesto e ottenuta la parola dal Presidente. Se un consigliere turba, con atti oltraggiosi, turpiloquio, violenza fisica, la discussione e l’ordine della seduta, il presidente lo richiama formalmente e può disporre l’iscrizione a verbale del richiamo. Il consigliere può fornire spiegazioni al Consiglio alla fine della seduta. In conseguenza di ciò, il presidente può disporre, a suo insindacabile giudizio, la revoca del richiamo. Dopo un ulteriore formale richiamo, avvenuto nel corso della medesima seduta, il presidente può proporre al Consiglio la esclusione dall’aula del consigliere richiamato per tutto il tempo della seduta. La proposta viene messa ai voti senza discussione; il presidente sospende la seduta finché l consigliere non abbandona l’aula. Il presidente, indipendentemente dal richiamo, può proporre l’esclusione dai lavori di un consigliere che provochi tumulti o disordini o si renda responsabile di atti oltraggiosi. In nessun altro caso, il consigliere può essere allontanato dall’aula”. In pratica, l’espulsione di Bertini poteva essere comminata soltanto dopo due ammonimenti verbali e, soprattutto, in seguito a una votazione che avrebbe dovuto coinvolgere tutti i consiglieri.