Ettari di terreno sottratti alla camorra che serviranno a realizzare orti didattici, in un’area, quella di via Marano-Quarto, per decenni regno incontrastato della famiglia Simeoli.
I fondi agricoli in questione, comprensivi di due vigneti, saranno gestiti dall’associazione “Amici della legalità – carabiniere Salvatore Nuvoletta” e dall’associazione “A voce de criature”, presieduta da don Luigi Merola. Si tratta di terreni confiscati ai fondatori e titolari della Sime costruzioni, consegnati al Comune di Marano e in seguito affidati al Consorzio Sole. Proprio quest’ultimo ente ha recepito le richieste inoltrate dalle due associazioni, che da qui a qualche settimana, con ogni probabilità, prenderanno formalmente possesso delle aree agricole su cui potranno realizzare il loro progetto, rivolto perlopiù ai minori e agli studenti della città.
Il piano contempla infatti la partecipazione delle scuole del territorio, ma soprattutto e la possibilità di poter realizzare orti didattici e altre iniziative all’insegna della valorizzazione dei prodotti della terra e del rispetto della natura. Il vigneto oggetto di confisca da parte dello Stato è ubicato in via Marano-Quarto, Il Consorzio Sole, l’ente istituito nel 2003 e di cui sono parte integrante alcuni comuni della provincia di Napoli, tra cui il Comune di Marano, ha bandito inoltre una gara per l’affidamento di un’altra villa ubicata in zona, da assegnare ad altre associazioni del Terzo settore.
A Marano, roccaforte storica dei clan Nuvoletta e Polverino nonché città che ha dato i natali alla famiglia del boss scissionista Mario Riccio, si contano più di cento beni confiscati alla criminalità organizzata.
Un patrimonio immobiliare enorme e non sempre sfruttato a dovere (molte strutture sono ancora inutilizzate o non affidate), che presto potrebbe arricchirsi di altri beni sottratti ai tentacoli delle organizzazioni criminali: due edifici appartenuti rispettivamente a Gennaro Formigli, personaggio di spessore della camorra vomerese, e ad Anna Esposito e Angelo Grimaldi, quest’ultimo ritenuto vicino al clan Mazzarella, e l’appartamento di proprietà di Armando Del Core, alias “o pastore”.