Marano. “Patto Cesaro-camorra”, nuova rivelazione del pentito

Marano. Patto tra camorra e imprenditoria per l’area Pip, nuova rivelazione in aul. “I fratelli Cesaro fecero un patto con la camorra, risalente al periodo in cui si discuteva del Pip di Marano. Me lo rivelò in carcere il cognato del boss Giuseppe Polverino”. A affermarlo è Tammaro Diana, collaboratore di giustizia del clan dei Casalesi, nel corso del processo al Tribunale di Napoli nord in cui sono imputati per concorso esterno in camorra gli imprenditori Raffaele e Aniello Cesaro, entrambi detenuti, fratelli del neo-senatore di Forza Italia Luigi Cesaro.

Alla sbarra ci sono complessivamente 7 imputati. Il processo è iniziato nel dicembre scorso e ha subito conosciuto un primo intoppo, in quanto il presidente designato del collegio giudicante, Giuseppe Cioffi, si è astenuto dopo le polemiche per le foto che lo ritraevano ad una convention di Forza Italia ad Ischia. Il giudice Cioffi ha sempre negato di aver preso parte al meeting politico, spiegando di aver solo preso un caffè nell’hotel dove si teneva l’evento in seguito all’invito di un amico commercialista, iscritto al partito azzurro.  Oggi sono state acquisite le dichiarazioni del boss dei Casalesi Antonio Iovine ed appunto di Diana, che ha confermato di aver saputo in carcere, dal cognato del boss di Marano Giuseppe Polverino, che il clan aveva stretto un patto con i fratelli Cesaro per occuparsi degli appalti relativi al piano di insediamento produttivo.

I fratelli Cesaro da subito si sono difesi dicendo di non aver “mai avuto rapporti con i Polverino, né di aver accettato i loro finanziamenti. Le nostre società erano solidissime e non avevamo certo bisogno di accordarci o ricevere somme dal boss Polverino”.

 

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