Nemmeno il tempo di chiudere un fronte (quello sul rimpasto e sulle annesse polemiche) che già se ne è aperto un altro per il sindaco Angelo Liccardo. Il nodo questa volta è sulle quote rosa in giunta. La composizione della nuova squadra di governo, almeno al momento, evidenzia una carenza di rappresentanza di genere, quello femminile, in aperto contrasto dunque con la normativa che prevede “che nelle giunte dei comuni con popolazione superiore ai 3 mila abitanti nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento con arrotondamento aritmetico”. In parole povere, Liccardo dovrà nominare – pena la diffida del prefetto o il pronunciamento del Tar in caso di ricorso da parte di associazioni e partiti – almeno altre due donne. Al Comune, lo scorso 6 ottobre, in piena bufera pre-rimpasto, è arrivata e proprio sul tema quote rosa una nota della prefettura di Napoli, girata tuttavia al sindaco (che non l’ha presa affatto bene) con qualche giorno di ritardo, ovvero dopo la fumata bianca che ha sancito la pace (almeno temporanea) con i diguidiani e con Ncd. Cosa farà Liccardo? Le opzioni non sono molte. Una donna andrà ad occupare il posto di Giuseppina Pennino, ex assessore dimissionaria; per l’altra casella esistono due possibilità: l’inserimento in giunta del consigliere Maria Del Fiore, che subentrerebbe a Domenico D’Ambra, il quale a sua volta ritornerebbe nei banchi del civico consesso in qualità di consigliere; oppure aspettare l’addio dell’assessore al Bilancio Paolo Longoni.