Danni erariali per 584 mila euro, la Corte dei conti boccia le controdeduzioni e chiede il conto ad ex amministratori e dirigenti comunali. Per l’organo di controllo le giustificazioni fornite a suo tempo da molti dei chiamati in causa non sono apparse sufficienti per giustificare le procedure attraverso le quali, nel biennio 2007-2008, furono erogate risorse economiche a “pioggia” ai dipendenti del Comune. Sono in 14 e sono stati rinviati a giudizio dall’organo contabile, ognuno per le proprie responsabilità.
Il reato amministrativo contestato? Illegittima erogazione del fondo di produttività. Quella procedura finì, nel 2009, assieme ad altre vicende di carattere amministrativo, nel mirino dell’ispettore del ministero delle Finanze Vito Tatò e spinse, successivamente, il sostituto procuratore generale della Corte dei conti, Marco Catalano, a formalizzare una serie di inviti a dedurre nei confronti dell’ex sindaco Salvatore Perrotta, dell’ex responsabile del settore finanziario Giovanni Cirillo, dell’ex segretario generale Aldo Ferrara, del dirigente dell’area amministrativa Luigi De Biase e di un nugolo di ex assessori: Nuvoletti, Sgariglia, Schettino, Passariello, Mele, Nasti, Di Guida, Scuteri, Gentile, Vallefuoco, Ortolani.
Tutti si attivarono per presentare alla Corte i relativi memoriali difensivi, ma quelle giustificazioni, non sono state giudicate esaustive. Ma su quali elementi si fondava quell’inchiesta della Corte dei conti? La legge non consente un’attribuzione generalizzata di compensi per la produttività, che deve essere sempre attuata dopo le necessarie verifiche e certificazioni in quanto deve essere correlata ad effettivi miglioramenti qualitativo-quantitativi dei servizi. “Un’inescusabile ignoranza del vertice amministrativo”, così il sostituto procuratore Catalano definì l’operato dei funzionari dell’Ente, prima di sottolineare “il comportamento gravemente colposo dei membri della giunta che con incredibile leggerezza e superficialità si sono adeguati ad un contratto collettivo del tutto contra legem”. Critiche infine all’ex segretario comunale, “che doveva essere il garante della legalità dell’azione amministrativa” e alle organizzazioni sindacali che, evidenziò Catalano, “avallarono un siffatto comportamento recepito nelle delibere di giunta 19 e 197”. Il dibattimento si aprirà nel luglio del 2015. Stralciate le posizioni di Tiziana Di Grezia, Giovanni Micillo, Francesco Buggè e Maria Silvia De Luca, all’epoca dei fatti dirigenti o responsabili di settore.