Si è molto discusso e tanto ancora si discuterà sulle parole esternate in aula consiliare (“Il Comune di Marano ha una percentuale di riscossione dei tributi tra le più basse della Campania”) dall’assessore al Bilancio Paolo Longoni e sulla possibilità – paventata da più parti – di articolare un nuovo bando per l’assegnazione del servizio di riscossione di alcuni tributi comunali, con l’intento di stanare le grosse sacche di evasori e di censire – dopo anni di denunce e di tante chiacchiere – le circa 4 mila famiglia che non hanno mai pagato un solo centesimo per il consumo dell’acqua potabile. Esternalizzare o rafforzare gli uffici comunali preposti a tali servizi? E’ questo il dilemma che sembra assillare consiglieri, amministratori, funzionari e che preoccupa (e non poco) i tanti utenti che – seppur tra tante difficoltà – sono in regola o almeno ci provano ad esserlo con i pagamenti di acqua, Tarsu e Imu. L’affidamento di alcuni servizi (la gestione è durata per circa 7 anni) alla Teleservizi prima e alla Pubbliservizi poi non ha infatti sortito gli effetti sperati dalle vecchie amministrazioni. Molte ingiustizie non sono state sanate, i costi, solo tra percentuali sulla riscossione e quant’altro, si sono rivelati esorbitanti per l’ente comunale (la media è di 500-600 mila all’anno), pochi sono stati i benefici, se non quelli (ed è naturalmente una provocazione la nostra) di carattere meramente clientelare. Conviene dunque affidarci nuovamente a una società esterna? Chi può assicurare percentuali più basse o quantomeno vicine (8 per cento) a quelle attualmente fornite da Equitalia? Probabilmente nessuno. A questi dati se ne aggiunge un altro: il Comune – oltre alle percentuali da elargire al concessionario esterno – dovrà restituire allo Stato più di un milione di euro all’anno quale rata annuale per il mutuo derivante dal varo del piano decennale per il rientro del debito e che si traduce in somme (sotto forma di prestito all’incirca 16 milioni di euro) che arriveranno nelle casse dell’Ente.