A Campania Oggi argomento del giorno è lo scioglimento del Comune di Marano. Causa dell’eventuale commissariamento, una nuova infiltrazione camorristica.
Ospiti della puntata l’onorevole Andrea Caso e il direttore di Terranostra News, Fernando Bocchetti.
“Oggi la notizia dovrebbe essere ufficializzata con un comunicato della Presidenza della Repubblica, anche se nelle ultime ore mi è giunta notizia del mancamento del comunicato del Governo. Ad ogni modo, si sta avviando l’iter per poter sciogliere il Comune”. Così l’onorevole Caso annuncia la notizia. Il Comune di Marano, sotto il controllo di una Commissione d’inchiesta ormai da mesi, probabilmente vedrà il suo quarto scioglimento per infiltrazione camorristica.
“Lo scioglimento è un atto meramente amministrativo, non ha carattere penale. La legge sugli scioglimenti dice che si tratta di misure preventive. Anche il possibile coinvolgimento della macchina amministrativa, o si pensa ci possano essere atti che favoriscano le attività camorristiche, determina lo scioglimento del Comune. Io devo prendere per buona la conferma dello scioglimento”, ha spiegato il direttore di Terranostra News, Fernando Bocchetti. “In questo Comune per 20 o 25 anni le figure che hanno amministrato l’ente o che si sono trovati ad avere a che fare con l’ente non sono incorsi in alcun tipo di controllo. Inoltre, gli atti non sono mai revisionati in maniera sufficientemente accurata, e quindi vengono ereditati dalle nuove amministrazioni già viziati. Nel consiglio comunale e nella macchina amministrativa, spesso siedono persone che anche per legami familiari sono vicinissimi alla camorra. Tutto questo fa si che Marano sia sempre sotto i riflettori”, ha poi aggiunto.
Marano verso il quarto scioglimento, Caso: “Va rivista assolutamente la legge”
“Va rivista assolutamente la legge sullo scioglimento”. Ecco quanto auspicato dall’onorevole Caso. Secondo l’attuale legge, infatti, lo scioglimento prevede esclusivamente le dimissioni del sindaco, che tra l’altro ha la possibilità di poter presentare ricorso al TAR, mentre l’intera macchina amministrativa non viene toccata.
“È un’onta per la città. Se riforma ci deve essere, si deve dare la possibilità di ricambio anche all’interno della macchina amministrativa, dai segretari ai vigili comunali. Non basta solo diseredare i sindaci. Se non si taglia nettamente, non si va avanti”, ha infatti sostenuto il direttore Bocchetti.
“Adesso bisogna mettere assieme le forze sane del territorio e tracciare una linea di continuazione con la struttura ministeriale. È facile additare colpe ai prefetti che si insediano, ma devono essere anche le associazioni e la politica a supportare il Comune. Quando si scioglie un Comune è una sconfitta”, ha poi aggiunto l’onorevole Caso. “Io mi farò promotore di un tavolo con i nuovi amministratori che si troveranno in Comune nei prossimi mesi e fungerò da anello di congiunzione tra la cittadinanza e il Governo”, ha infine dichiarato.
Camorra a Marano, Bocchetti: “c’è un velo omertoso”
Il direttore Bocchetti è stato protagonista di un’altra inchiesta riguardante la camorra e il suo legame stretto con il Comune. Fu il suo giornale infatti a rendere nota la presenza di due quadri nella chiesa del centro, regalati dal capo-clan dei Nuvoletta. “Quella storia oggi ha un lieto fine, perché i quadri sono stati tolti”, ha commentato l’onorevole Caso. Ciò che però non è stato ancora estirpato, è il velo di omertà che copre buona parte della
cittadinanza. In quell’occasione le nostre telecamere ripresero non poche persone che definirono il defunto boss “una brava persona”, “un uomo per bene”. “Marano è una città silenziosa. C’è un velo omertoso. Da ieri sera, si contano solo le dichiarazioni dell’onorevole Caso, le mie note e le dichiarazioni del sindaco che ha detto di non aver ricevuto alcuna notifica di scioglimento”.
“Marano non è stato territorio di camorra, ma territorio di mafia. Da questo video oggi traspare il muro dell’omertà, ed è l’omertà che porta a ciò che è successo. Va rifondato e tracciato un giusto percorso, ma con le forze sane e non con quelle che per anni hanno deturpato il nostro territorio”, ha invece detto l’onorevole Caso, ribadendo tutto il suo impegno e appoggio nel risanare il tessuto socio-culturale della città. “C’è bisogno di supporto. Da parte mia ce ne sarà sempre, ma bisogna farlo assieme. C’è bisogno di persone che abbiamo voglia di lavorare e che ascoltino il territorio. In questo momento è importante e il percorso va fatto assieme. Bisogna risanare la legalità sul territorio, che purtroppo manca. Marano è afflitto da un cancro che si porta dietro da anni. Non abbiamo attività socio-culturali, un cinema, un teatro, come possiamo trasmettere legalità su un territorio in cui è assente sotto tutti i profili? Bisogna richiedere fondi e personale”. Ecco quanto riportato in diretta al riguardo.
Marano, è il momento di pensare al futuro
Ha destato non poca curiosità, e alcune critiche, una dichiarazione lasciata dell’onorevole Caso. “La nostra comunità deve pensare al futuro, e concentrarsi sulla Marano che verrà”. Ecco quanto si trova scritto sui suoi social. In molti l’hanno letta come una probabile futura candidatura a sindaco di Marano. “Questo mio messaggio non va inteso come propaganda politica. Questo è il momento di ricostruire non solo con il supporto del tessuto socio-culturale e delle associazioni. È un modo per spronare anche gli altri esponenti politici a collaborare al tavolo istituzionale, un invito a risanare la situazione che degenera sempre più da anno in anno. Io sono a disposizione per lavorare e costruire il futuro di questa città”, ha tuttavia spiegato proprio l’onorevole.
Circa le future elezioni, che comunque non avverranno prima di 18 mesi, il direttore Bocchetti è stato molto chiaro. “La cosa importante adesso, prima di andare in campagna elettorale, è che si insedino tre commissari di spessore, di buon livello. A volte qualche commissario ha lasciato molto da ridire ed è stato cambiato in itinere. Abbiamo 12milioni di euro di fondi regionali da sfruttare, oltre 4mila famiglie che non pagano o che sono allacciate alle reti pubbliche, da qui deriva il dissesto. Basta coi prefetti in pensione, ci vuole gente propositiva, altrimenti il prossimo sindaco dovrà ripartire coi soliti problemi. 18 mesi non sono molti, ma si pò fare sempre qualcosa”.