Marano, spaccio di droga: sgominato il “cartello” dei maranesi. In sei in carcere

Lo stemma impresso sui panetti di hashish era, in molti casi, quello del Barcellona calcio. Era questo il marchio di fabbrica del “cartello” dei maranesi, sgominato ieri grazie a un’imponente operazione coordinata dalla Dda di Napoli e condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Napoli e dai militari dell’Arma di Torre Annunziata.

 

Un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti, diretta emanazione del clan Nuvoletta che ha operato e si è mossa, tra il 2009 e i giorni nostri, con l’avallo dei Polverino, i più noti ed importanti trafficanti di hashish su scala europea. L’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip Egle Pilla, è scattata nei confronti di Antonio Nuvoletto, Pasquale Cesaro, Antonio Cappuccio, Castrese, Daniele e Vincenzo Nettuno, tutti appartenenti alla stessa famiglia, titolari di quote societarie di esercizi commerciali attualmente operanti in città.

 

I sei sono stati incastrati grazie alle intercettazioni telefoniche, ma anche alla luce delle rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra cui quelle di Biagio Di Lanno, ex esponente di punta del clan Polverino e suggeritore dello stratagemma utilizzato per i panetti di hashish.

 

Antonio Nuvoletto, Pasquale Cesaro (già in carcere da alcuni anni) e Filippo Palumbo, deceduto qualche anno fa in un carcere fiorentino, erano in pratica gli organizzatori e i coordinatori delle attività illecite: raccoglievano i soldi da diversi gruppi criminali, in particolare quelli di Torre Annunziata, per poi finanziare i carichi di droga. Ingenti partite di cocaina e hashish, non sempre di buona qualità, poi immesse sul mercato maranese e dell’hinterland. Ai Polverino, in cambio della tranquillità, versavano una quota degli utili dei loro traffici. Col passare degli anni, Castrese, Daniele e Vincenzo Nettuno avevano assunto – secondo quanto accertato dalla magistratura napoletana – un ruolo sempre più rilevante all’interno dell’organizzazione, riuscendo a tessere legami con gli esponenti del clan Di Gioia di Torre Annunziata e fungendo da finanziatori delle varie importazioni di stupefacenti dalla Spagna e dall’Olanda.

 

Quella sgominata ieri, insomma, era una vera propria struttura organizzativa transnazionale, con una chiara suddivisione di ruoli e che aveva a disposizione una fornita santabarbara di armi e munizioni. Nei confronti di Pasquale Cesaro, 42 anni, Antonio Nuvoletto, 30 anni, e Daniele Nettuno, 34 anni, è stato inoltre disposto il sequestro preventivo di beni e quote societarie: appartamenti, automobili, appezzamenti di terreno, una barca, ditte e conti correnti postali, per un valore di svariati milioni di euro. Alcuni immobili oggetto delle misure disposte dalla Procura di Napoli sono ubicati nel Casertano, tra Castelvolturno e Pescopagano. La maggior parte delle proprietà, tuttavia, si trova sul territorio di Marano.

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