Marano, svolta in arrivo per i tributi comunali: bando per l’esternalizzazione quasi pronto

Tributi comunali, svolta in arrivo. Il bando per affidare a una società esterna il compito di riscuotere parte dei tributi (canoni idrici) è già in itinere e a breve, secondo quanto comunicato dagli uffici comunali, potrebbe essere anche pubblicato. La difficoltà sul fronte dell’incasso dei canoni idrici, infatti, continua ad essere la spina nel fianco di molte amministrazioni cittadine. Si tratta di problematiche ataviche, acuite dalla difficile congiuntura economica e in parte dovute all’esiguità delle risorse umane ma anche – almeno fino ad oggi – alla scarsa volontà politica. Ed è per questo che l’amministrazione Liccardo, sulla scia di quanto già fatto in passato da altre gestioni, ha deciso di affidarsi all’esterno. Una scelta che ha già sollevato un vespaio di polemiche, visto che le precedenti esternalizzazioni non hanno sortito gli effetti sperati.

 

Ma a preoccupare, oggi, sono soprattutto altri dati: non sono state notificate e sono già prescritte centinaia di bollette di rettifica, con importi inferiori ai 100 euro e relative alle annualità 2007 e 2008. Tra meno di 30 giorni, poi, saranno prescritte anche quelle non ancora inviate e relative all’annualità 2009. Nelle more dell’espletamento del bando per l’esternalizzazione, inoltre, non è stato ancora emesso il ruolo coattivo (bollette idriche) per la seconda annualità del 2012, per tutto il 2013 e i primi sei mesi del 2014. In termini numerici si tratta di un mancato incasso per svariati milioni di euro, che il Comune tenterà di recuperare non appena si insedierà il nuovo concessionario dei tributi comunali. Per il resto il quadro è quello di sempre: cinquemila famiglie (si attende una svolta da decenni) non sono stata mai censite ma usufruiscono regolarmente della forniture e non pagano alcunché all’Ente. Il costo dell’acqua è spalmato sul resto dei contribuenti: 16 mila in tutto, i soliti noti costretti a pagare anche per gli altri. Scovare i furbetti dell’acqua – perlopiù residenti nei grandi parchi realizzati da società edilizie in odor di camorra – è da anni la mission che anima ogni amministrazione comunale ma che poi, puntualmente, si scontra e deve fare i conti la realtà e con intoppi di vario genere. Quanto alla Tarsu, invece, il ruolo emesso per l’anno 2013 è stato incassato nella misura del 55 per cento. In termini numerici, in pratica, mancherebbero all’appello circa 4 milioni di euro.

 

Il Comune intanto ha già varato un piano decennale per il riequilibrio del debito, che sarà a giorni sottoposto al giudizio della Corte dei conti e del Ministero dell’Interno e che consiste nell’ottenimento di un prestito di circa 16 milioni di euro. “Misura necessaria per scongiurare il dissesto finanziario”, ha più volte chiarito il sindaco Angelo Liccardo. Appare tuttavia evidente che la partita, quella futura, si giocherà anche e soprattutto sulla capacità di incasso da parte dell’Ente e sulla possibilità di far pagare tutti (o almeno la stragrande maggioranza degli utenti) in modo da ridistribuire, in modo più equo, il carico dei tributi.

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