Il tutto mentre si approssima la data sul voto del bilancio previsionale (un dentro o fuori per l’amministrazione cittadina) e si addensano nubi sui tempi per l’approvazione del piano decennale per il riequilibrio del debito. A far gola sono soprattutto le deleghe detenute dal vicesindaco Teresa Giaccio. Puntano all’assessorato alle Politiche sociali i consiglieri dell’ala diguidiana, Pellecchia, De Stefano, Di Guida, che hanno fatto al sindaco il nome di Salvatore De Stefano, consigliere eletto nella lista del Campanile e da tempo vicino alle istanze politiche dell’assessore provinciale Di Guida.
Il Nuovo centrodestra, invece, sarebbe interessato alla casella di vicesindaco e il nome proposto, stando agli ultimi rumors, sarebbe quello dell’assessore al Personale Eliodoro Belmare. Fratelli d’Italia, rappresentato in Consiglio da Biagio Baiano, avrebbe invece ottenuto rassicurazioni circa la permanenza, almeno per qualche altro mese, dell’assessore Gennaro Ruggiero, casella ambita anche dal neo eletto Saverio Santoro, eletto nelle file di Marano al centro ma ormai con un piede e mezzo nel Nuovo centrodestra. Santoro non ha fatto mistero di aspettarsi un gesto di “buona volontà” da parte del sindaco e, naturalmente, prima del voto sul bilancio.
Alla fine però, considerando il veto posto su alcuni nomi, i giochi interni, le alleanze, le resistenze, l’atteso rimpasto potrebbe risolversi nel cambiamento di due soli assessori: sicuramente Giuseppina Pennino (e non tanto per demeriti personali) e uno tra Paolo Longoni, Domenico D’Ambra e Gaetano Orlando, anche se quest’ultimo può contare sul sostegno dei consiglieri Marra e Del Fiore. A uno dei tre subentrerà, quasi sicuramente, il consigliere Giorgio Sansone.
Sui tempi per il varo della nuova squadra non vi è tuttavia ancora alcuna certezza. Quel che è certo è che tanti, soprattutto coloro delusi dai precedenti summit, stanno rispolverando in queste ore il più classico dei motti utilizzati in politica: “prima vedere cammello e poi dare tappeto”. Il riferimento, naturalmente, è all’imminente voto sul bilancio previsionale del 2014. Ma c’è anche chi è disposto a scommettere che alla fine, come accaduto nel recente passato e pur di non andare a casa, anche i più agguerriti faranno l’ennesimo passo indietro.