Marcianise, insulta e picchia la compagna e i suoi figli: arrestato 41enne. Il nome

Marcianise. Insulta e picchia brutalmente la compagna e i suoi figli, di 18 e 13 anni, che la donna aveva avuto da una precedente relazione. In manette è finito Giuseppe Desiato, classe ’78, di Marcianise, accusato di maltrattamenti contro conviventi.

L’uomo, infatti, per analoghe condotte criminose, il 2 febbraio scorso era stato arrestato dagli stessi agenti del Commissariato di Polizia di Stato, per avere malmenato ed insultato pesantemente la compagna ed i figli conviventi, di 18 e 13 anni, che la donna aveva avuto da una precedente
relazione.

Poi, il G.i.p., su richiesta della Procura della Repubblica di S. M. C.V., convalidato l’arresto, aveva disposto a suo carico la misura cautelare del “divieto di avvicinamento” ai luoghi abitualmente frequentati dalle persone offese, misura che Desiato violava nel mese di marzo, rendendosi protagonista di una nuova aggressione in danno della donna per la quale subiva una ulteriore denuncia, questa volta a piede libero.

Il successivo 12 aprile, però, la misura cautelare è stata revocata per la espressa volontà della compagna del Desiato di riprendere la relazione, avendo i due una figlia di 3 anni. Evidentemente l’arresto ed i provvedimenti dell’A.G. non hanno attenuato minimamente l’atteggiamento vessatorio dell’uomo. Infatti, come accennato, il 12 maggio scorso, presso il Commissariato di Marcianise è giunta la segnalazione di una violenta lite in atto presso l’abitazione dei due, gli
agenti, giunti immediatamente sul posto, hanno bloccato il giovane ancora sul posto e constatato che la donna presentava evidenti segni di violenza al volto, con vistose perdite di sangue dal naso e dalle labbra.

La vittima ha denunciato nuovamente i fatti e, pertanto, i poliziotti procedevano all’arresto in flagranza di reato dell’uomo. La misura precautelare è stata convalidata dall’Ufficio del G.I.P. che, questa volta, ha applicao nei confronti dell’indagato la misura cautelare degli arresti domiciliari, riconoscendo quindi che la meno afflittiva misura del divieto di avvicinamento si era rivelata inadeguata nei confronti di un soggetto dall’indole evidentemente pericolosa.

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