Preoccupa come la camorra e gli esponenti dei clan giochino d’anticipo. Non sono bastati i 140 arresti dei presunti affiliati alla camorra di Secondigliano. A impensierire gli inquirenti restano le fughe di notizie. I primi sospetti circolarono già per alcuni rappresentanti del clan Contini. I ricercati, poche ore prima di una retata, decisero di lasciare le proprie abitazioni mandando così in fumo un blitz dei carabinieri.
La situazione si è ripresentata pochi giorni fa. La madrina della camorra, Maria Licciardi, ha lasciato la propria abitazione della Masseria Cardone, poche ore prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. Secondo il Gip, Roberto D’Auria, vi sono alcune intercettazioni che confermerebbero i presunti contatti tra esponenti di spicco dei clan della camorra napoletana, e non meglio specificati esponenti delle forze dell’ordine.
Questi “servitori infedeli dello Stato” sarebbero addirittura inseriti nei libri paga dei camorristi. Il giudice ha poi affermato: “Uno degli aspetti più inquietanti dei gruppi camorristici è rappresentato dalla contiguità con servitori infedeli dello Stato, siano essi esponenti delle forze di polizia o di uffici giudiziari”.
Secondo alcune inchieste anche i Tolomelli, famiglia legata al clan Contini, erano a conoscenza che fossero sotto controllo da parte delle forze dell’ordine. In un dialogo tra zio e nipote i due discutono sul dover andar via da Secondigliano, perché di lì a poco, ci sarebbe stato un maxi blitz volto al loro arresto. L’attenzione ora è ora puntata su Maria Licciardi, che è considerata la ricercata numero uno in Campania. Le forze dell’ordine stanno pattugliano tutte le zone dell’intero hinterland, mentre resta aperto il capitolo dei servitori infedeli dello Stato.