Maria Migliore uccisa e bruciata a Sant’Antimo, arrestato un altro complice

Ulteriore svolta nell’omicidio di Maria Migliore. I Carabinieri della Compagnia di Giugliano guidati dal capitano Antonio De Lise hanno eseguito la misura di ordinanza cautelare degli arresti domiciliari ai danni di Grandine Gennaro, classe ’94, di Afragola. L’uomo è ritenuto ritenuto responsabile, in concorso, di omicidio nonché di ricettazione, detenzione e porto abusivo di arma comune sparo, commessi in Sant’Antimo e Afragola tra il 16 e il 17 novembre 2015.

I fatti.  Il cadavere di Maria Migliore fu ritrovato carbonizzato in via Toriello Separiello, all’interno di una Fiat Doblò parcheggiata in un luogo poco distante dove, secondo gli investigatori, la donna avrebbe ingaggiato una lite con le persone, tutte familiari, per questioni legate alla droga. Gli stessi poi l’avrebbero uccisa a colpi di pistola e data alle fiamme. Le indagini partirono dal marito della vittima, che si recò presso la caserma dei Carabinieri di Giugliano per denunciare la scomparsa della moglie.

I responsabili. Gli investigatori risalirono ai killer nel giro di una notte e mezza giornata. La sera del 18 novembre vengono fermati in tre, tra loro c’è anche una ragazza di ventitrè anni incensurata. Maria Grazia Ronga avrebbe dato fuoco all’auto della vittima dopo che suo padre, Filippo Ronga, di quarantaquattro anni, l’aveva uccisa. Il fidanzato della giovane, Gennaro Grandine, sarebbe invece corso in soccorso a padre e figlia e si sarebbe disfatto lungo la strada delle bottiglie contenenti la benzina e della pistola calibro 9 usata per il delitto.

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