Maria Paola inseguita per 16 minuti e poi uccisa: scooter preso a calci durante la corsa

Caivano. Saranno celebratti oggi pomeriggio i funerali di Maria Paola Gaglione, la 18enne uccisa dal fratello Michele Antonio per la sua relazione con il trans Ciro Migliore. Il giudice nella gioranta di ieri ha convalidato l’arresto del 25enne infatti oggi non potrà partecipare ai funerali della sorella.

Maria Paola è morta perché lui, che non sopportava la storia tra la sorella e Ciro, il fidanzato trans, li ha inseguiti in moto per 16 minuti da Caivano fino ad Acerra, mentre i due ragazzi scappavano, anche loro in scooter. Correvano le due moto, e da dietro Michele Antonio urlava «t’aggio accirere», rivolto a Ciro, «Ti devo uccidere».

Michele cercava di tagliargli la strada, e quando riusciva ad affiancarlo scalciava contro la scocca dell’SH del ragazzo, incurante che sul sellino ci fosse anche sua sorella. Anzi, nonostante proprio lei gli urlasse di smetterla, perché la stava mettendo in pericolo.

Il rischio della vendetta familiare

Questa ricostruzione di ciò che è accaduto nella notte tra venerdì e sabato, — quando Maria Paola è morta cadendo dallo scooter e battendo la testa su una colonnina di cemento, e Ciro Migliore, il suo fidanzato, è rimasto ferito anche dai pugni e dai calci sferrati da Gaglione mentre quello tentava di rialzarsi — è contenuta nelle dieci pagine dell’ordinanza firmata dal gip del Tribunale di Nola Fortuna Basile, che esclude per Gaglione anche la concessione degli arresti domiciliari.

Perché se li ottenesse ritornerebbe al Parco Verde di Caivano, dove risiede la sua famiglia ma anche quella di Ciro, e ciò, scrive il gip, comporterebbe un rischio «in ragione del non pacifico rapporto esistente» tra i due nuclei.

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