Mario Draghi e il suo legame con la Campania

E’ l’uomo del giorno, di cui parlano tutti visto il colloquio avuto questa mattina con il presidente della Repubblica Mattarella: Mario Draghi, e si scopre che ha un legame con la Campania.

Mario Draghi e la Campania

Mario Draghi nasce a Roma nel 1947. Il padre Carlo, padovano, entra in Banca d’Italia nel 1922 per poi passare prima all’IRI di Donato Menichella e infine alla Banca Nazionale del Lavoro. Ma il legame con la regione Campania è grazie alla madre, Gilda Mancini: una farmacista originaria di Monteverde, in provincia di Avellino.

Mario è il primo di tre fratelli: Andreina è storica dell’arte e Marcello imprenditore. All’età di 15 anni, a breve distanza l’uno dall’altra, Draghi perde entrambi i genitori. A prendersi cura di lui e dei fratelli sarà una sorella del padre. La sorella Andreina studierà al Liceo Tasso di Roma mentre Mario e il fratello minore frequenteranno il liceo classico dell’Istituto Massimiliano Massimo di Roma retto dai gesuiti. Al Massimo ha per compagni di classe Luca Cordero di Montezemolo e Giancarlo Magalli.

Draghi è dunque cresciuto a Roma e ha viaggiato molto. Non si sa se sia mai stato nei luoghi d’origine della madre, visto tra l’altro che l’ha persa quando era appena un ragazzino. Ma le radici dunque sono campane.

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Nonostante le difficoltà familiari, Draghi non si è mai lasciato abbattere. Formatosi all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e specializzatosi al MIT di Cambridge, già professore universitario, negli anni novanta diventa alto funzionario del Ministero del tesoro. Dopo un breve passaggio in Goldman Sachs, nel 2005 viene nominato Governatore della Banca d’Italia. È stato Direttore esecutivo per l’Italia della Banca Mondiale e nella Banca Asiatica di Sviluppo. È membro del Gruppo dei Trenta.

Dal 2011 al 2019 ha ricoperto la carica di Presidente della Banca centrale europea, durante la crisi del debito sovrano europeo, ambito in cui è diventata nota la sua frase del 2012 Whatever it takes, per indicare che la BCE sarebbe stata pronta a fare tutto il necessario a preservare l’euro.

Il 3 febbraio 2021 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli ha conferito l’incarico, accettato con riserva, di formare un governo tecnico-istituzionale in seguito alle dimissioni del Governo Conte II.

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