Maxi-schermi alla Gomorra e poltrone di lusso, la latitanza d’oro di Luigi Di Napoli. FOTO

Boscotrecase. In casa aveva due maxi schermi (in cucina e in camera da letto) con le immagini di 4 microtelecamere installate sulla strada di accesso alla sua abitazione e un nascondiglio “vecchio tipo”: una nicchia ricavata dietro uno degli armadi nella cameretta dei bambini (del 2000 e del 2007) alla quale si accedeva attraverso un pannello a scorrimento. Poi poltroncine di lusso e arredamento kitch. Il connubio tra la tecnologia e il nascondiglio d’altri tempi non gli è però servito a evitare la cattura.

Era irreperibile da più di un anno ma i carabinieri del nucleo investigativo di torre annunziata l’hanno catturato e assicurato alla Giustizia. Adesso andrà in carcere Luigi di Napoli, un 36enne già noto alle forze dell’ordine e affiliato al clan dei “Gallo – Limelli – Vangone”, l’associazione camorristica che controlla gli affari illeciti a Boscotrecase e nei comuni limitrofi.

Era ricercato dal maggio 2015, quando era riuscito a sfuggire a un Ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale di Napoli per associazione di tipo mafioso, evitando l’espiazione di un residuo pena di 4 anni e 3 mesi di reclusione, dopo la condanna conseguente a indagini culminate in un blitz del 2010 durante il quale erano state eseguite 97 ordinanze a carico di altrettante persone coinvolte a vario titolo alle attività illecite del clan, tra le quali –oltre all’associazione di tipo mafioso- l’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata da finalità mafiose e dall’aver agito tra più Stati.

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