Melania Rea, permessi premio a Parolisi dopo 12 anni: “Sono innocente”

E’ stato condannato a vent’anni per l’omicidio di Melania Rea. Eppure, nonostante sia stato ritenuto colpevole del delitto, Salvatore Parolisi, oggi gode di permessi premio e si sta ricostruendo una vita. Nella giornata di ieri, è andata in onda un’intervista rilasciata a “Chi l’ha Visto?”, in cui si dice preoccupato dei pregiudizi manifestati dalla gente nei suoi confronti.

Condannato a vent’anni per l’omicidio di Melania, Salvatore Parolisi ottiene permessi premio

Sconcerto e incredulità da parte della famiglia di Melania. «Per noi è un dolore, un omicida condannato in via definitiva non dovrebbe poter ottenere permessi premio, non dovrebbe essergli concesso di rifarsi una parvenza di vita, di intrecciare relazioni sociali, di avere voce in televisione. Si parla tanto di leggi contro i femminicidi, si fanno leggi e leggine e poi si premiano così i delinquenti», commenta Michele, fratello di Melania.

Parolisi fu arrestato nel luglio del 2011. Da allora, dopo la condanna definitiva a vent’anni di prigione, l’ex caporalmaggiore dell’esercito ha lavorato in carcere come centralinista, ha iniziato anche gli studi di giurisprudenza. Non ha più visto la figlia, Vittoria, oggi 13enne e residente a Somma Vesuviana. Ieri sera è andata in onda, nella trasmissione «Chi l’ha visto?» condotta da Federica Sciarelli su Rai 3, un’intervista nel quale Parolisi confessa di essere preoccupato dai pregiudizi. Sta scontando la sua pena a Bollate e quando esce dal carcere grazie ai permessi premio, deve fare i conti con l’ostilità della gente.

“La tradivo, ma non l’ho uccisa”

Nell’intervista l’assassino di Melania ha ammesso di aver tradito la donna ma non di averla uccisa. «Non era la prima volta che la tradivo, ho avuto una storia con una francese di 4 anni, ma non l’ho scelta perché amavo Melania. Quando ti metti in una situazione del genere e uno ti dice “ti amo”, sapendo che una parte ti manca.. che fai?».

Anche oggi l’ex caporalmaggiore dell’Esercito continua a professarsi innocente e non hai mai mostrato segni di pentimento. «Lui almeno una vita ce l’ha, respira – commenta il suo ex cognato che, in tutti questi anni, insieme ai genitori, ha allevato Vittoria – da dodici anni noi non abbiamo più mia sorella e Vittoria non ha mai potuto pronunciare la parola “mamma”. Anche il suo nome non lo pronunciamo mai, per noi non esiste».

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