Melito, botti e fuochi d’artificio dopo la morte di Cosimo Di Lauro

Botti e fuochi d’artificio per festeggiare la morte di Cosimo Di Lauro, il figlio di Ciruzzo ‘o Milionario. E’ quanto è accaduto nel rione 219 di Melito, da sempre roccaforte del clan Amato-Pagano.

Botti e fuochi d’artificio per la morte di Cosimo Di Lauro, a Melito festeggiano gli Scissionisti?

Come spiega Fanpage, i festeggiamenti sono partiti intorno alla mezzanotte. In maniera del tutto inusuale, vista l’ora e vista l’assenza di altre ricorrenze, il giorno stesso della morte del boss di Secondigliano, sono bartiti dei botti, a cui è seguita una batteria di fuochi d’artificio. Un breve spettacolo dai colori verdi che ha illuminato il cielo delle palazzine popolari della 219, da sempre teatro di agguati e scontri criminali.

Le esplosioni sono finite ovviamente sotto la lente di ingradimento degli investigatori, attenti a cogliere segnali atipici tra Melito, Secondigliano e Scampia che siano collegati in qualche modo al decesso di Cosimo Di Lauro, avvenuto nel carcere di Opera a Milano. Le forze dell’ordine e la Procura temono manifestazioni di potere, celebrazioni o prove di forza da parte dei clan rivali con cui i Di Lauro entrarono in guerra, tra cui, appunto, gli Amato-Pagano di Melito.

Celebrazioni social

E in realtà fenomeni celebrativi del potere criminale di Cosimo Di Lauro si sono registrati. Soprattutto sui social. Video e musiche neomelodiche che rendono omaggio al boss scomparso. Lo rende noto, in un comunicato, il consigliere regionale della Campania Francesco Emilio Borrelli.

«In molti dei filmati caricati sui social network, Di Lauro jr viene omaggiato riproponendo il momento dell’arresto avvenuto nel 2005. La giacca di pelle, la fierezza nello sguardo, l’espressione che sembra quella di chi vuol sfidare tutto e tutti». «Sono – sostiene Borrelli – quegli elementi dell’atteggiamento tracotante, sfacciato e impassibile che hanno ispirato la creazione del personaggio Genny Savastano della serie tv Gomorra che ha contribuito a donare fascino, mistero e leggenda al clan nato nel Terzo Mondo di Scampia e alla figura dei boss».

 

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