Nella giornata del 21 luglio 2017, militari appartenenti al Comando provinciale dei Carabinieri di Napoli ed alla Capitaneria di Porto — Guardia costiera — di Napoli hanno dato esecuzione all’ordinanza emessa dal Tribunale del riesame di Napoli con la quale è stata disposta l’applicazione della misura cautelare in carcere nei confronti di Ernesto Tecchio e Fabio Mariano e quella degli arresti domiciliari nei confronti di Vittorio Rapacciuolo.
Gli arresti sono scaturiti da una complessa ed articolata indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che ha accertato l’infiltrazione del noto clan camorristico “Mariano“, operante nel centro storico di Napoli, all’interno del mercato dei prodotti ittici, effettuando operazioni di riciclaggio del denaro, proveniente dall’attività criminale e reimpiegato all’interno del settore ittico per l’approvvigionamento di ingenti quantità di prodotto da Paesi esteri (in particolare dalla Grecia).
Il volume degli affari trattati, documentati con sequestri di denaro contante avvenuti durante le indagini, unitamente a verifiche di natura finanziaria, hanno fatto emergere uno scenario di assoluto rilievo dal punto di vista economico, con movimentazioni di denaro pari a milioni di euro l’anno.
La novità di tale indagine in materia di agromafie è l’infiltrazione della criminalità organizzata nella grande distribuzione del settore ittico, di rilevanza strategica per il mondo commerciale partenopeo, che si realizza con strutture aziendali formalmente integre ed intestate fittiziamente a persone incensurate, che sono però vicine ai clan. In definitiva, è emersa una struttura organizzativa dedita al commercio con l’estero di prodotti ittici in nero, di fatto sottratti alle attività di controllo sanitario, con evidenti ricadute di salute pubblica e tutela del consumatore.