Aveva celebrato la messa in mare, in costume da bagno, con un materassino gonfiabile usato come altare. Don Mattia Bernasconi, 36 anni, prete della parrocchia San Luigi Gonzaga di Milano, è indagato dalla Procura di Crotone che ha aperto un fascicolo sulla celebrazione avvenuta domenica nella città calabrese.
Messa in mare, indagato don Mattia Bernasconi. Lui chiede scusa
Bernasconi ha pubblicato una lettera di scuse sul sito della parrocchia. “Faceva molto caldo e così ci siamo detti: perché non fare la messa in acqua?” ha spiegato Bernasconi. Ai ragazzi della parrocchia San Luigi Gonzaga che con lui sono partiti da Milano, l’idea è piaciuta: “È stato bellissimo, anche se ci siamo scottati”. Il parroco si trovava in Calabria insieme ai giovani per un campo di volontariato con Libera, l’associazione che gestisce i terreni confiscati alle cosche locali.
Prima di ripartire alla volta di Milano, vista l’alta temperatura e la mancanza di zone d’ombra, hanno deciso di celebrare il rito nelle acque del mar Ionio. Il video di Bernasconi ha fatto il giro dei social, diventando in poco tempo virale. La messa sui generis gli è costato prima un richiamo da parte della Curia milanese poi l’iscrizione nel registro degli indagati della procura di Crotone. “Chiedo scusa anche per la confusione generata dalla diffusione mediatica della notizia e delle immagini. Non era assolutamente mia intenzione che avesse tale risalto”, ha scritto il prete nella lettera.
La versione del prete
Inizialmente la messa non era prevista in acqua, ma nella pineta vicino alla spiaggia: “Non ci è stato possibile entrare per via di una manifestazione organizzata da un’altra associazione”, spiega. Visto che non c’erano zone d’ombra e la sabbia era rovente non hanno “trovato altre zone idonee alla celebrazione” per cui gli è “sembrato significativo, nel contesto del campo appena vissuto, farla immersi nella ‘terra’ che ci ha accolti”. Quando poi una famiglia nei paraggi li ha sentiti “ci ha offerto il suo materassino come altare e io ho deciso di accettare”.