MIA, 50 euro per ogni figlio minore e assegni fino a 500 euro: come funziona

Il reddito di cittadinanza va ufficialmente in pensione. Al suo posto arriva il MIA, la Misura di Inclusione Attiva. Il vecchio reddito potrà essere chiesto fino al 31 agosto 2023 e comunque potrà essere erogato al massimo solo fino a fine anno. A partire dall’autunno 2023 si potrà fare domanda per il nuovo sussidio.

Reddito di cittadinanza fino ad agosto 2023: come funziona il MIA

Emergono dall’Ansa nuovi dettagli sulla bozza di legge che riformerà le misure di sostegno alle fasce più deboli della popolazione. Il provvedimento di 12 articoli prevede forme di aiuto anche per i minorenni di 16 anni che non sono impegnati in un percorso di studio. Saranno però tenuti all’obbligo di partecipazione attiva, formazione e lavoro previsto dalla riforma voluta dal Governo Meloni.

Ma andiamo con ordine. Come già anticipato in un precedente articolo, il MIA suddividerà la platea dei beneficiari in due grandi categorie: gli “occupabili”, che hanno in famiglia persone tra i 18 e i 60 anni che non siano disabili, e i “non occupabili”, che abbiano in famiglia un disabile, un over 60 (anziano) o un minorenne. I primi potranno beneficiare di un sussidio base non superiore ai 375 euro e per un periodo massimo di 12 mesi. I secondi, invece, di un assegno base da 500 euro mensili per un periodo massimo di 18 mesi.

Ci sono però alcune novità importanti che la bozza di legge introduce e che diventeranno effettive in caso di via libera del provvedimento dal CdM: anzitutto l’importo aumenterà se il numero dei componenti familiari è maggiore, così da fornire un aiuto più concreto alle famiglie numerose; altra novità rivelante è il coinvolgimento dei minorenni nel percorso di formazione e lavoro che non siano impegnati in percorsi di studio. Nel MIA, infatti, sono tenuti a questo obbligo “tutti i componenti il nucleo familiare maggiorenni ovvero minorenni che abbiano adempiuto agli obblighi scolastici”.

L’obbligo di formazione lavorativa e partecipazione attiva non è esteso agli over 60 e ovviamente ai componenti familiari con disabilità. Possono essere esonerati dall’obbligo i componenti con carichi di cura (figli minori di tre anni di età o disabili in condizioni di gravità).

50 euro in quota fossa per ogni minore

I minori avranno diritto infine a 50 euro in quota fissa MIA anche se usufruiscono dell’assegno unico ed universale e saranno esentati dalla scala di equivalenza. Lo si legge nella bozza di riforma del Reddito di cittadinanza. “Il parametro della scala di equivalenza – si legge nella bozza – è pari a 1 per il primo componente adulto del nucleo familiare ed è incrementato di 0,4 per ogni ulteriore componente maggiorenne che non usufruisce dell’assegno unico e universale, fino a un massimo di 2,1 ed ulteriormente elevato a 2,2 in presenza di componenti in condizione di disabilità grave o non autosufficienza. I componenti minorenni o maggiorenni che usufruiscono dell’assegno unico e universale non sono conteggiati nella scala di equivalenza e, per ciascuno di essi, è riconosciuto un importo mensile della MIA in misura fissa, pari ad euro 50. Non sono conteggiati, altresì, nella scala di equivalenza i componenti per tutto il periodo in cui si risiedono in strutture a totale carico pubblico”.

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