Michael Schumacher, il risveglio c’è. Un familiare: “Si è commosso e ha pianto”

Sono tante, forse troppe le voci sulle condizioni di salute e sul risveglio di Michael Schumacher. Ma come sta effettivamente l’ex campione del mondo? Un fondo di verità sul miglioramento del suo stato c’è. Secondo Sportsmail – l’inserto sportivo del britannico Daily Mail – Shumi non sarebbe più attaccato ai macchinari né intubato né costretto a letto. Camminerebbe in carrozzella e avrebbe riacquistato coscienza. Addirittura, messo davanti al paesaggio delle montagne, nella sua villa in Svizzera, si commuove piangendo.

Ha superato dunque la malattia dopo l’infortunio avvenuto cinque anni fa? Un progresso sostanziale c’è stato, visto che da quando venne sottoposto a due operazioni salvavita all’ospedale universitario di Grenoble e riuscì ad uscire da un calvario di cinque mesi di coma indotto, non si era più avuto notizia di miglioramenti degni di nota. Le cartelle cliniche del campione, però, non sono accessibili, vista la privacy della famiglia Schumacher. Tra l’altro, non sono mai stati rilasciati bollettini medici ufficiali.

Ad accendere le speranze di recente anche una testimonianza diretta, quella di Padre Georg Ganswein, braccio destro di Papa Francesco e del papa emerito Benedetto XVI, che aveva rivelato alla Bild: «Ero seduto di fronte a lui, gli tenevo entrambe le mani e lo guardavo. La sua faccia resta quella che tutti noi conosciamo, solo un po’ più piena».

A inizio anno, invece, la rivista Paris Match pubblicò un virgolettato attribuito a un parente stretto di Schumi dai toni agghiaccianti: «Quando lo metti sulla sua sedia a rotelle di fronte al bellissimo panorama delle montagne che si affacciano sul lago, Michael a volte piange». A dimostrazione, insomma, che il campione è cosciente e percepisce emozioni interagendo con l’ambiente esterno. Ora però l’ indiscrezione di Sportsmail rilanciata dal Daily Mail regala qualche sorriso ai milioni di tifosi del tedesco sparsi per il mondo. Schumacher si è risvegliato e sta meglio. Difficile però dire se e quando potrà ritornare a una vita “quasi” normale.

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