Ennio Morricone, scomparso questa notte, ha voluto scrivere di suo pugno il suo necrologio. Giovanni Morricone, figlio di Ennio Morricone, rivela il contenuto della lettera del compositore italiano.
Morricone, il necrologio scritto dal Maestro: “A mia moglie il più doloroso addio”
A mostrare il necrologio ai giornalisti, l’avvocato Giorgio Assumma, legale rappresentante della famiglia Morricone. Tra i momenti più intensi della lettera, il pensiero per la moglie Maria:
Io Ennio Morricone sono morto. Lo annuncio così a tutti gli amici che mi sono stati sempre vicino ed anche a quelli un po’ lontani che saluto con grande affetto. Impossibile nominarli tutti. Ma un ricordo particolare è per Peppuccio e Roberta, amici fraterni molto presenti in questi ultimi anni della nostra vita. C’è solo una ragione che mi spinge a salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata: non voglio disturbare. Saluto con tanto affetto Ines, Laura, Sara, Enzo e Norbert per aver condiviso con me e la mia famiglia gran parte della mia vita. Voglio ricordare con amore le mie sorelle Adriana, Maria e Franca e i loro cari e far sapere loro quanto gli ho voluto bene. Un saluto pieno intenso e profondo ai miei figli, Marco, Alessandra, Andrea e Giovanni, mia nuora Monica, e ai miei nipoti Francesca, Valentina, Francesco e Luca. Spero che comprendano quanto li ho amati. Per ultima Maria (ma non ultima). A Lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare. A Lei il più doloroso addio.
La coppia ha avuto quattro figli, Marco, Giovanni, Andrea e Alessandra. I due si sono conosciuti a Roma intorno agli ani ’50. Maria era amica di una delle sorelle del compositore e quando ebbe un incidente in auto, Ennio Morricone, già infatuato della donna, le stette accanto. Poco per volta i due si innamorarono perdutamente.
Si sono sposati nel 1956, ma il matrimonio non fu facile. Il compositore lavorava tantissimo, costantemente e come ha raccontato lui stesso in una intervista a Lettera 43, spesso stava giorni interi chiuso a comporre, oppure era in giro per il mondo con l’orchestra.