“Napoli va restituita ai napoletani perbene”. A parlare è don Maurizio Patriciello, parrocco di Caivano, che oggi ha partecipato a Napoli al presidio in ricordo di Giovanbattista Cutolo, il musicista 24enne ucciso in una lite in piazza Municipio.
Musicista ucciso, l’abbraccio di don Patriciello alla mamma: “Lotteremo insieme”
Il sacerdote ha abbracciato e incontrato la mamma del giovane, Daniela Di Maggio. Il sacerdote di Caivano ha invocato l’aiuto di Dio anche per i camorristi “affinché cambino vita”. E poi, nella preghiera, ha detto: “Signore, ti preghiamo per questo giovane. Accoglilo in Paradiso insieme agli angeli e ai santi. Signore, ti preghiamo per questa mamma così coraggiosa e forte, dalle tanta consolazione e tanta forza per combattere una battaglia a favore della nostra Napoli e di tutti i nostri giovani”.
Durante il corteo, promosso dal deputato di AVS, Francesco Emilio Borrelli, Daniela Di Maggio ha chiesto che a suo figlio sia dedicata una piazza per non dimenticare quanto accaduto. E, soprattutto, che il Parlamento approvi una legge che porti il suo nome, che preveda l’abbassamento dell’età imputabile e la certezza della pena.
Oggi l’udienza di garanzia
Intanto, il 16enne ha confermato la confessione dell’omicidio davanti alla gip del tribunale dei Minorenni di Napoli, Valeria Veschini, durante l’udienza di garanzia. Aveva ammesso la propria responsabilità nell’interrogatorio in Questura all’alba del 31 agosto scorso, quando il ragazzino aveva ucciso con tre colpi di pistola il 24enne Giovanbattista Cutolo.
Il giovane – secondo quanto riferisce il suo legale, Davide Piccirillo – è sembrato più cosciente della tragedia causata, con un atteggiamento più remissivo rispetto a quello mostrato in occasione del fermo. Al giudice ha detto di essersi solo difeso e che la pistola gliel’ha passata uno dei suoi amici, un maggiorenne, che ha preso parte alla rissa.
Il 16enne avrebbe riferito di avere sparato mentre Cutolo gli veniva incontro con fare minaccioso. Il gip ha cercato di farsi dire dall’indagato da dove provenisse la pistola e, soprattutto, quale dei ragazzi coinvolti la custodisse. Il pm ha chiesto al giudice la custodia cautelare in carcere per il 16enne, mentre l’avvocato ha invocato invece gli arresti domiciliari oppure l’affidamento a una comunità. Il giudice si è riservato la decisione che dovrebbe giungere nelle prossime ore.