Un pericolosissimo gioco fatto per postare una foto sui social che solo per un caso fortuito non è finito in tragedia. Una storia tanto assurda da essere vera ambientata in un mondo reale sempre più digitale.
I familiari tirano un sospiro di sollievo: due giorni dopo “l’incidente” il bambino napoletano è uscito dal coma farmacologico cui era stato indotto. E’ vigile, riconosce tutti quelli che gli sono intorno e chiede della mamma. E’ la zia a rilasciare una dichiarazione al Mattino: “È accaduto tutto in un attimo”, dice, “i bambini erano nella cameretta e fino a qualche minuto prima c’ero anch’io con loro. Poi sono andata in cucina ed è stato l’inferno. Non so dove ho trovato la forza e il coraggio di intervenire”.
Il padre sereno racconta: “Sta bene. Si è svegliato, ci riconosce e parla normalmente, è un bambino come tanti. Va regolarmente a scuola, è iscritto al calcetto e si allena due volte alla settimana. Nessun problema. Voleva fare un maledetto scherzo ai suoi compagni. Non è uno di quegli adolescenti che passano le giornate al computer, preferisce la Play Station. Sabato sera non so cosa gli sia passato per la mente”.
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E’ accaduto tutto sabato sera, in occasione di una cena con i parenti a Mugnano, a casa della zia, per festeggiare il carnevale. Il tredicenne era in compagnia del cuginetto di 9 anni ed è insieme che decidono di postare su facebook qualcosa di folle, di incredibile: il ragazzo si stringe la cintura dell’accappatoio al collo, l’appende alla maniglia di una porta e si lascia scivolare sul pavimento. Giusto il tempo di scattare una foto, poi sviene, cianotico, gli occhi sbarrati. E’ la zia a fornirgli il primo soccorso ed a chiamare il 118 per essere, poi, trasportato all’ospedale di Giugliano.
Da ieri pomeriggio si può dire che il pericolo è passato e con se la tremenda paura, al momento sembra che non ci siano danni celebrali, ma bisognerà aspettare ancora un po’ per averne la certezza.