Un amore tormentatissimo. Finito con la morte di una 24enne. Giuseppe Varriale e Alessandra Madonna erano stati insieme circa 4 anni. Una storia intensa, come testimoniano le tantissime foto che li ritraggono assieme su Facebook e su Instagram, fatta di serate in discoteca, viaggi, passeggiate sul lungomare Caracciolo. Ma qualcosa si era incrinato circa un anno fa, nel 2016: Giuseppe comincia a frequentare un’altra ragazza, secondo alcune indiscrezioni, e Alessandra lo viene a sapere. La storia, in un modo o nell’altro, arriva al capolinea.
Peccato però che la 24enne, residente nel Parco Edil Eva in via delle Ginestre a Melito, studente di danza, talentuosa ballerina di molti locali della movida, oltre che figlia del titolare del bar “Bellavita” di corso Garibaldi, non accetta quell’epilogo, non si dà pace. Continua a cercare Giuseppe, lo telefona, vuole vederlo. Ieri sera si sarebbero visti per un chiarimento o un confronto, forse l’ennesimo di tanti tira e molla avuti negli ultimi mesi. Alessandra si reca sotto casa del ragazzo, in un parco privato di via Pavese. La discussione degenera, i due litigano. A quel punto si consuma la tragedia: Giuseppe salta in macchina, ingrana la prima, forse per allontanarsi, mettere la parola fine a quel litigio. Lei si aggrappa allo sportello mentre la macchina parte, viene trascinata per diversi metri lungo il vialetto del parco privato di Cesare Pavese prima di cadere a terra.
Il corpo martoriato della giovane, piena di contusioni e lividi, viene portato all’ospedale San Giuliano di Giugliano dallo stesso ex fidanzato. La giovane muore oggi dopo più di 10 ore di coma cerebrale. Domani, con molta probabilità, verrà disposta l’autopsia sulla salma: l’esame sul corpo sarà fondamentale per gli inquirenti per ricostruire la dinamica di quanto accaduto. Le fasi dell’incidente sono ancora poco chiare anche agli investigatori: bisognerà capire quale movimento del conducente o della vittima stessa, in quei secondi concitati, abbia provocato la morte di Alessandra, se Giuseppe Varriale si sia accorto o meno di quanto stesse succedendo e perché si sia fermato soltanto dopo. Domande alle quali la Procura cercherà di dare una risposta anche per definire la posizione processuale del ragazzo, attualmente ristretto ai domiciliari con l’accusa di omicidio volontario.