Manifesti e volantini distribuiti in città per spiegare le ragioni che hanno spinto gli ex consiglieri comunali, i sedici che hanno firmato dinanzi al notaio Cante, a rassegnare le proprie dimissione e a determinare lo scioglimento del civico consesso. Emblematico il titolo utilizzato: #Mugnanolibera, lo stesso che aveva scelto il consigliere Sarnataro all’indomani della consegna delle firme. “Le nostre dimissioni e il conseguente scioglimento del Consiglio sono state un atto necessario stante la totale paralisi amministrativa. La stessa giunta era ferma per la mancanza di proposta e per i ripetuti rimpasti fatti dall’ex sindaco, frutto di un’affannosa ricerca degli equilibri interni di una maggioranza litigiosa, peraltro senza tener conto di alcun criterio di competenza e professionalità. La prova di tale incapacità – aggiungono gli ex consiglieri – è stata evidente soprattutto nelle seguenti questioni: incapacità gestione e liquidazione della Munianum; assenza di qualsivoglia progetto per l’organizzazione degli uffici comunali; assenza di adeguata programmazione nel campo dei lavori pubblici; assenza di sostegno alle attività produttive; piano traffico destinato a creare più problemi che soluzioni; il progetto Jessica, che mascherando investimenti privati, avrebbe dovuto prevedere impegni economici per il bilancio comunale; la discutibile vicenda dei 27 assunti su indicazione dell’amministrazione dalla società che gestisce il mercato ittico; le poco e chiare vicende della stazione metro e della società di gestione; il commissariamento del piano sociale di zona”.