Mugnano, omicidio Santoro e Cipolletta: 6 arresti tra gli Scissionisti

Mugnano. Scacco al clan Amato-Pagano. In manette sei indagati, ritenuti responsabili di due distinti episodi di omicidio commessi nell’area nord di Napoli e riconducibili alla guerra per il controllo del territorio di Mugnano e delle relative attività illecite perpetrate in città.

A eseguire l’operazione gli agenti della questura di Napoli, su impulso della Dda della Procura. Le indagine – fondate su dichiarazioni di collaboratori di giustizia, intercettazioni ed un’ampia messe di riscontri – hanno consentito di individuare gli esecutori dell’omicidio di Santoro Eugenio, in cui è rimasto ferito Andrea Parolisi, commesso a Mugnano il 19 dicembre del 2006, e dell’omicidio di Salvatore Cipolletta, consumato il 14 aprile del 2008, sempre a Mugnano.

L’agguato a Parolisi e Santoro venne compiuto da un gruppo di fuoco composto da affiliati del clan Lo Russo, ed operante per conto dei vertici del clan Amato-Pagano. I due clan all’epoca, come dimostrato da numerosi provvedimenti giurisdizionali, tra cui sentenze passate in giudicato, erano infatti alleati, in un intreccio di affari criminali e di favori reciproci, tra cui omicidi commessi da gruppi di fuoco composti da affiliati ad entrambi i clan.

Questi due episodi hanno come filo conduttore l’affermazione del predominio del clan Amato-Pagano su Mugnano, territorio su cui hanno sempre operato. E come dimostra la sentenza definitiva dell’omicidio di Carmine Amoruso commesso il 6 febbraio del 2006, gli Amato-Pagano dapprima deliberarono la morte dell’Amoruso, per insediarvi Salvatore Cipolleta, quale loro longa manus su Mugnano. Poi Cipolletta fu incaricato di eliminare due affiliati quali Santoro e Parolisi.

L’agguato riuscì a metà, poiché Parolisi sfuggì al commando omicida e, dopo essersi rifugiato nel Commissariato di Giugliano, divenne collaboratore di giustizia. Lo stesso Cipolletta successivamente si separò dagli Amato-Pagano al fine di rendersi autonomo nella gestione dei vari affari criminali su Mugnano.  Per questo motivo fu decretato l’omicidio, poi perpetrato ad opera di fedelissimi del clan Amato-Pagano. Il territorio di Mugnano, la cui turbolenza è dimostrata anche da eventi recentissimi, ha assistito all’eliminazione fisica dei soggetti che ne gestiscono il controllo criminale. Nel 2008 infatti il potere camorristico su Magnano venne affidato dagli Amato-Pagano e Antonino Dandò, che finirà a sua volte nel 2011 vittima della guerra interna alla consorteria, come dimostrano gli atti del processo che si sta celebrando in abbreviato.

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