Napoli, bimbo morto al Santobono per trauma cranico. La mamma: “E’ stato un incidente”

Napoli. Si infittisce il giallo sulla morte del piccolo di 5 mesi, ricoverato al Santobono di Napoli, in prognosi riservata, per un trauma cranico.

Napoli, bimbo morto al Santobono per trauma cranico. La mamma: “E’ stato un incidente”

La Procura di Benevento ha aperto un fascino e ha affidato le indagini al sostituto procuratore Maria Gabriella Di Lauro. Nelle prossime ore, riporta Il Mattino, il medico legale eseguirà l‘esame autoptico sul corpicino per accertare se si sia trattato di un incidente oppure se alla base del tragico evento ci sia un’altra causa.

Nelle scorse ore i carabinieri del comando provinciale di Benevento hanno ascoltato la madre del piccolo, come persone informata dei fatti. Secondo la donna, assistita dall’avvocato Antonio Leone, si sarebbe verificato un incidente fortuito. Probabilmente tra le mura domestiche.

I ricoveri

Lo scorso 16 gennaio, il piccolo era stato ricoverato all’ospedale Fatebenefratelli del capoluogo sannita. Qui i sanitari gli avevano eseguito una Tac e successivamente dimesso dopo alcuni giorni di degenza. Martedì scorso, racconta Il Mattino, la mamma aveva trasportato il bambino, privo di sensi, al pronto soccorso del Rummo. Dopo una Tac di controllo, il piccolo era stato trasferito con l’eliambulanza all’ospedale Santobono, dov’era stato operato d’urgenza. Le sue condizioni, gravi ma stazionarie, aveva lasciato sperare in un lieto fine. Che purtroppo non c’è stato. Ieri pomeriggio il personale medico-sanitario del nosocomio partenopeo ha accertato la morte celebrare e, a distanza di 6 ore, il suo cuoricino ha cessato di battere.

Le cartelle cliniche

Intanto, gli inquirenti hanno acquisito le cartelle cliniche dei tre ospedali in cui il piccolo è stato ricoverato. Da quelle del Fatebenefratelli è emersa una diagnosi di “trauma cranico minimo”, effettuata dopo l’esecuzione della Tac, mentre in quelle del Rummo si fa riferimento a “un’emorragia cerebrale in atto”. Non è escluso, quindi, che possa essere presa in considerazione  l’ipotesi secondo cui il trauma cranico potrebbe essersi manifestato a partire dal primo ricovero, culminato poi in emorragia cerebrale.

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