Ha fatto ormai il giro del web e stamane il Mattino di Napoli dedica loro addirittura una apertura in prima pagina. Quattro signore di Giugliano, molto note in città, la sera del 10 maggio durante un party al Palazzo Reale sono salite sul trono che fu dei Borbone e non hanno resistito a scattarsi un selfie e poi a pubblicarlo.
Una doppia bravata: da un lato l’elusione dei controlli e dall’altro l’assurdità di rendere pubblico un gesto così stupido. Una “scemenza” di quattro signore che per una serata volevano forse staccare un po’ la spina e ritornare ragazzine. Le giuglianesi, diciamolo subito, l’hanno fatta grossa e hanno potuto danneggiare con tacchi e borsette un patrimonio di inestimabile valore. Sul caso è intervenuta anche l’organizzatrice dell’evento oltre che il Consigliere regionale Borrelli: entrambi hanno condannato giustamente e duramente l’accaduto. Un vero oltraggio all’arte ed alla storia.
Quello che però ci sembra ingiusto stamane e la gogna mediatica alla quale sono state sottoposte dopo essere state sbattute in prima pagina del Mattino con tanto di editoriale del Prof. Montesano che ironia della sorte potrebbe essere, avendo insegnato a Giugliano, proprio un loro docente.
Di certo è giusto che paghino per la loro sciatteria ma neanche ci sembra il caso di costruire intorno alle quattro un clima di caccia alle streghe che per il risalto mediatico che sta avendo la vicenda potrebbe turbare anche le loro famiglie. Un selfie “ignorante” come dicono i ragazzi di oggi, non può essere un marchio sulla vita di chi fino ad oggi non ha mai commesso un reato o qualcosa di simile ed ha cercato comunque di dare il suo contributo in positivo. Una delle quattro ad esempio ha partecipato ad una manifestazione per le donne malate di tumore domenica, un’altra è una nota professionista che si è appena cimentata con la scrittura.
Quel selfie di certo non lascia dubbi sulla loro condotta quella sera e a questo punto un mea culpa ci pare inevitabile per chiudere una vicenda assurda e permettere anche a loro di dimostrare chi sono al di là di quella inqualificabile notte del 10 maggio.