E’ grave la situazione all’ospedale Cardarelli di Napoli. Il sospetto paziente Covid morto nel bagno sarebbe solo la punta dell’iceberg. Come anticipa il Mattino, in 24 ore nel più grande nosocomio del Sud Italia altre tre persone sono morte di Covid nel pronto soccorso. Altrettante nella notte tra martedì e mercoledì all’ospedale San Leonardo di Castellammare.
Cardarelli, situazione critica: tre pazienti morti di Covid in poche ore
Ha fatto il giro del web il video del paziente morto nel bagno. Nel pomeriggio di ieri l’uomo era nell’area pretriage del pronto soccorso invasa da pazienti. Va alla toilette, ma non esce più. Scatta l’allarme. Il personale santario sfonda la porta e lo trova esanime a terra. Nel braccio ha un accesso venoso per i prelievi. Ha appena fatto il tampone rapido e praticato quello tradizionale. Dovrà fare la Tac e come tutti la trafila per stabilire la diagnosi e lo stadio della malattia. Il Covid però è subdolo: le condizioni del paziente possono precipitare da un momento all’altro. Ed è quanto accaduto alla persona deceduta ieri, stramazzata a terra e finita, purtroppo, protagonista involontario di un video finito nel circo mediatico.
Criticità anche al San Leonardo di Castellammare
Ma il morto di ieri testimonia una situazione critica di sovraffollamento negli ospedali campani. Sempre al Cardarelli ieri tre persone sono decedute al pronto soccorso per un’evoluzione rapida del Covid-19. Quasi tutti anziani. Situazione simile si è registrata anche all’ospedale San Leonardo di Castellammare, sempre nell’area del Pronto soccorso, dove quattro persone in barella sono decedute in attesa di entrare in reparto per un posto letto. Il personale sanitario è allo stremo e non riesce a garantire un’adeguata assistenza a tutti i malati nonostante gli sforzi organizzativi messi in campo da dirigenti e medici. «Ma ormai – spiegano i vertici dell’Asl Napoli 3 Sud, competente per territorialità – la situazione è questa da giorni, abbiamo ammalati su barelle, sulle sedie, su strapuntini, ovunque si possano tenere in osservazione per somministrare loro cure e non rispedirli a casa».