Napoli, delitto a piazza Garibaldi: Rosa apre la porta all’assassino e viene uccisa

Napoli. Ha aperto spontaneamente la porta al suo assassino, senza sapere quello che le sarebbe accaduto dopo. Rosa Trapani, 67enne pensionata e residente a due passi da piazza Garibaldi, non è deceduta per cause naturali, ma è stata barbaramente uccisa nella sua camera da letto. Almeno due i fendenti inferti al cuore da un omicida ancora senza volto.
La ricostruzione. È la mattina del 18 gennaio, la signora Maria Trapani, sorella della vittima, tenta di parlarle, senza riuscirvi. Il telefono  – come riporta Il Mattino – squilla ma nessuno risponde. A quel punto, insieme ad un fratello, decide di recarsi di persona per verificare se sia accaduto qualcosa. Maria – insieme al fratello Gennaro – si reca nell’appartamentino di via San Giuseppe Calasanzio, nel cuore della Duchesca. Con un doppione di chiavi i due riescono a entrare. Una scena agghiacciante appare ai loro occhi: il corpo, ormai senza vita della donna, è sul letto tra le lenzuola intrise di sangue.
Sul posto giungono le forze dell’ordine. Dopo i primi rilievi gli investigatori non appongono però i sigilli all’appartamento: tanto che qualche giorno dopo i parenti si disfano di oggetti che sarebbero potuti risultare determinanti ai fini delle indagini scientifiche, a cominciare dal materasso sporco di tracce ematiche che viene abbandonato in strada.
Le indagini. Dal primo sopralluogo non emergono elementi rilevanti che possano offrire importanti indizi. La signora è stata assassinata con almeno due coltellate (l’arma non si è trovata) e la morte risale a due-tre giorni prima del ritrovamento. E la porta, non forzata, non era chiusa a chiave. Immediatamente  scattano le indagini, e il pubblico ministero Salvatore Prisco – al quale viene affidato il coordinamento investigativo – dispone l’esame autoptico, eseguito il 18 gennaio. Da un portagioie nella camera da letto sarebbero scomparsi alcuni oggetti di valore. Nel frattempo la sorella Maria ha deciso di affidarsi ad un avvocato per costituirsi parte offesa nel procedimento giudiziario. 

 

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