“Ti sparo” e poi minaccia i sanitari con un estintore. Momenti di panico quelli vissuti all’ospedale Santobono di Napoli. A documentare l’aggressione ai danni del personale della struttura ospedaliera un video diffuso dal parlamentare Francesco Emilio Borrelli.
“Ti sparo” e poi minaccia sanitari con un estintore: arriva la Polizia al Santobono
A scatenare la violenza un disaccordo tra i genitori e i sanitari sulla somministrazione di un farmaco a un piccolo paziente. Esplosa la rabbia, il padre ha messo a soqquadro l’ospedale e ha minacciato di morte l’infermiera che è stata costretta a nascondersi in uno stanzino dalle colleghe per evitare il peggio. “Te lo giuro sui miei figli, ti uccido”, ha urlato l’uomo. Teatro dell’accaduto al pronto soccorso pediatrico.
Una delle infermiere vittime delle minacce ha inviato un lettera alla pagina “Nessuno Tocchi Ippocrate” per raccontare quanto ha subito. “Ieri sera 14/ 11 intorno alle 21:30 circa, la mia collega di nome C. infermiera di turno al triage, accoglie un ragazzo di 12 anni con riferito dolore toracico e riferita tachicardia che alla valutazione non era presente – spiega la donna -. Dopo aver registrato il ragazzo e aver valutato tutti i parametri vitali, palpato e ispezionato il torace, come da protocollo nazionale la collega somministra al ragazzo Ibuprofene per via orale per alleviare il dolore, informando il genitore sul tipo di medicinale somministrato”.
Poi prosegue: “A dire dei genitori l’incolumità del figlio era stata compromessa in quanto la collega non aveva chiesto loro se il figlio fosse soggetto asmatico. Preciso che tale informazione non è incidente sulla somministrazione dell’ibuprofene. In seguito ad urla e aggressioni a tutto il personale presente sono state allertate le forze dell’ordine giunte poco dopo sul posto. Tali aggressioni e minacce sono continuate anche all’interno dei box di pediatria successivamente alla presa in carico da parte del pediatra, interrompendo il servizio di sanità pubblica per più di 2 ore. Medici ed infermieri sono stati costretti ad evacuare le sale d’attesa per salvaguardare l’incolumità dei genitori e dei loro piccoli molto spaventati dalle urla e dalle minacce.
Infermiera costretta a chiudersi in una stanza
Ad avere la peggio, secondo la versione fornita dalla testimone, una delle infermiere presenti in reparto: “La mia collega è stata minacciata fisicamente prima con un estintore e successivamente con una bombola per l’ossigeno, è stata minacciata di morte e la stessa madre del ragazzo ha dichiarato di essere intenzionata a spararle con una delle pistole della polizia. Entrambi i genitori non hanno accolto nemmeno l’implorante richiesta da parte del figlio in lacrime di tranquillizzarsi. La mia collega è stata costretta ad essere messa in sicurezza in una delle stanze in nostra dotazione, è stata costretta a refertarsi per stato di agitazione, dolore toracico e tachicardia solo per aver svolto il proprio lavoro. Questo è quanto ogni giorno siamo costretti a vivere quando inizia il nostro turno di lavoro”.
Da qui lo sfogo: “Siamo costretti a vivere tutto questo perché in Campania esiste un unico ospedale pediatrico, la maggior parte degli accessi sono inappropriati e questo perché i pediatri di famiglia sono carenti. Svolgiamo il nostro lavoro con dedizione e amore, cerchiamo di essere sempre professionali e di immedesimarci nello stato d’animo dei genitori che giungono da noi ma in questi casi è davvero difficile farlo”.