Napoli, i lavori della Tangenziale in mano alle ditte del clan. Sei arresti. FOTO

Terremoto sulla Tangenziale di Napoli. Sei arresti: in manette due funzionari della società Tangenziale di Napoli e imprenditori ritenuti vicini al clan dei Casalesi.

L’accusa contestata è di turbativa d’asta e riguarda i lavori di manutenzione del 2015 delle gallerie della Tangenziale tra le quali quella denominata Solfatara e del manto stradale per un importo complessivo pari a un 1,6 milioni di euro. Un tesoro che sarebbe finito nei forzieri della camorra casertano. I due funzionari, infatti, Francesco Caprio e Paola Ciccarino, secondo l’accusa, avrebbero manipolato le gare d’appalto per favorire la Cogepi di Casapesenna dei fratelli Antonio e Giovanni Piccolo, ritenuti vicini al clan dei Casalesi, fazione Zagaria.

Su ordine del Gip quattro persone sono finite ai domiciliari (tra cui i due funzionari della Società Tangenziale di Napoli Spa) e una ha ricevuto la misura in carcere. Quest’ultima, l’imprenditore Antonio Piccolo, era già detenuto per la vicenda Cpl Concordia. Coinvolti nell’inchiesta anche i suoi figli, Michele e Jolanda, per i quali il gip ha disposto domiciliari con l’accusa di intestazione fittizia di beni aggravata dal metodo mafioso. Su delega della Dda, le indagini hanno visti impegnati i carabinieri dei Ros e del Noe, diretti dai tenenti colonnello Gianluca Piasentin e Fernando Maisto.

Nello specifico la società, per individuare 30 imprese da invitare a ciascuna procedura negoziata, si era avvalsa di un elenco costituito nel 2011 per una precedente gara pubblica e per tale motivo accreditato come affidabile. Gli accertamenti, svolti direttamente dalla “Tangenziale di Napoli s.p.a.”, hanno permesso di stabilire come nell’elenco originale fosse stata, successivamente, inserita in maniera fraudolenta la CO.GE.PI. s.r.l., costituita nel 2013, che poi era risultata vincitrice di entrambe le gare.

Le attività svolte dal Gruppo Carabinieri Tutela Ambiente di Napoli — N.O.E. di Caserta sul conto dei fratelli Antonio e Giovanni Piccolo, hanno permesso di ricostruire una fitta rete di contatti intercorsi con l’ex tecnico per la gestione contratti dell’Unità Affari Societari e Legali della società Tangenziale di Napoli, il quale, al fine di favorire la carriera universitaria del figlio, mediante ‘intercessione di conoscenze di Giovanni Piccolo, si era reso parte attiva nel modificare l’elenco di ditte utilizzato dalla società “Tangenziale di Napoli” per l’assegnazione dei citati appalti, provvedendo altresì ad alterare gli atti di gara.

Come infatti evidenziato dagli accertamenti tecnici condotti dal R.I.S. Carabinieri di Roma, sulle buste delle offerte prodotte dalle ditte partecipanti alle gare, sono emersi chiari indizi di forzosa apertura e successiva chiusura. Nel condizionare le gare, l’ex tecnico si era altresì avvalso della collaborazione di una addetta alla Segreteria dell’Unità Affari Societari e Legali della società.

E’ stato raggiunto da custodia cautelare in carcere, per turbata libertà degli incanti aggravata dal metodo mafioso, Antonio Piccolo, già detenuto in quanto imprenditore legato da vincoli di cointeressenza a Michele Zagaria, come emerso nell’indagine sulla CPL Concordia. Sono invece stati raggiunti dalla misura cautelare degli arresti domiciliari i figli di Antonio Piccolo, Iolanda (del ’90) e Michele (del ’93),  per il reato di intestazione fittizia di beni aggravata dal metodo mafioso, in quanto proprietari della ditta CO.GE.PI., nonché l’ex tecnico e la ex addetta alla segreteria dell’Unità Affari Societari e Legali della società Tangenziale di Napoli s.p.a., a loro volta indagati per turbata libertà degli incanti. Nello stesso contesto, i militari hanno provveduto a sequestrare le quote sociali nonché la totalità dei beni strumentali della società CO.GE.PI. srl.

LE FOTO: 

Iolanda Piccolo  Antonio Piccolo Paola Ciccarino   Michele Piccolo

Francesco Caprio

 

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