Il sindaco Luigi de Magistris lo ha annunciato: venerdì arriverà un provvedimento urgente per frenare la seconda ondata di Covid a Napoli. I dettagli dell’ordinanza che rischia di spiazzare De Luca e Conte sono ancora da chiarire. Ma trapelano le prime indiscrezioni.
Napoli, in arrivo ordinanza anti-covid: divieto di spostamento a piedi
Tra le ipotesi al vaglio dell’amministrazione comunale il divieto di mobilità a piedi: ci si potrà spostare solo in auto. Una misura che si rende necessaria per impedire gli assembramenti sul lungomare e gli affollati passeggi nel centro storico. Ma c’è di più: il sindaco potrebbe dichiarare ufficialmente la “città in stato di emergenza sanitaria”, documento che un sindaco può e deve firmare quando la situazione diventa insostenibile.
Sulla base di quella dichiarazione di emergenza si possono adottare provvedimenti più stringenti e limitativi, tra i quali la chiusura di piazze e strade (opzione, quest’ultima, che non piace a de Magistris). Non dovrebbero essere colpite le attività commerciali come bar e ristoranti, sebbene le conseguenze economiche derivanti dal divieto di mobilità per i pedoni sarebbero inevitabili. Ci si potrà infatti spostare a piedi soltanto per motivi di necessità, eventualmente documentati con un autocertificazione.
Ipotesi estesa a tutta la provincia?
L’altra ipotesi è più drastica: estenderebbe il divieto di mobilità a piedi a tutta la provincia di Napoli. De Magistris, infatti, oltre che sindaco di Napoli, è anche sindaco di tutta la provincia. Potrebbe emettere un provvedimento che interessi tutta l’area metropolitana del capoluogo, dove il virus corre a ritmi incontrollati. Ma in quel caso si metterebbe contro il governatore, Vincenzo De Luca, che dopo gli annunci da lockdown ha scelto una linea più attendista, rimettendosi nelle mani del Governo Conte.
E proprio Conte ieri ha discusso del caso Napoli durante un vertice di maggioranza. Il premier ha annunciato l’arrivo dell’Esercito e della Protezione Civile a Napoli per “dare un segnale” in una città dove la pressione sul sistema sanitario è elevatissima e dove ci sono scene – come quella del paziente morto nel bagno dell’ospedale Cardarelli – che hanno innalzato il livello di allarme sociale. Del resto “a Napoli siamo ben oltre la zona rossa”, ha ammesso lo stesso DeMa. I provvedimenti restrittivi appaiono inevitabili.