Napoli, in galera per estorsione da 2 euro: confermata condanna in Appello

Anche in Corte d’Appello arriva la condanna per Kelvin Egulbor, il 25enne di origini nigeriane già condannato in primo grado con l’accusa di estorsione. Secondo la sentenza, l’uomo ha minacciato un automobilista di tagliargli la cappotta dell’auto se non gli avesse dato 2 euro per il parcheggio in zona Fuorigrotta.

Napoli, estorsione da 2 euro: il 25enne condannato anche in appello

Kelvin però ha ottenuto una pena più lieve, da scontare agli arresti domiciliari in una comunità, anziché in carcere. La decisione arriva dopo aver trascorso ben 20 mesi nella casa circondariale di Poggioreale.  A renderlo noto sono il suo legale, l’avvocato Antonella Salvia, ed il garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello.

Si tratta di una vittoria di Pirro, visto che i legali non sono riusciti a far derubricare il reato in violenza privata. Per la difesa, infatti, Egulbor non era un parcheggiatore abusivo ma un mendicante che viveva di piccoli lavoretti. L’ipotesi accusatoria però non è stata rovesciata e il reato di estorsione, già accertato in primo grado, è rimasto in piedi.

“Ignorata sentenza della Corte Costituzionale”

Ciambriello si è detto addolorato per la conferma in Appello della condanna “per questo giovane nigeriano”. Nelle carceri campane ci sono “tanti casi di invisibili”, di persone senza fissa dimora e accusati di piccoli reati. “Per Kelvin, senza fissa dimora, viene addirittura ignorata la pronuncia della Corte costituzionale del 24/05/2023 con la quale – spiega il garante – si dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 629 del Codice penale nella parte che prevede la riduzione di un terzo della pena minima per o reati di estorsione che hanno un’offensività minima. Indignarsi è poco”.

Ti potrebbe interessare

Torna in alto