È stato documentato anche “l’inchino” della statua della Madonna davanti alla villa del boss, durante le indagini sul clan “Sangermano“, organizzazione malavitosa che fa affari illeciti in provincia di Napoli, nell’agro nolano, ma anche in una parte della provincia di Avellino. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e la DIA, coordinati dalla DDA, hanno notificatoquesta mattina 25 misure cautelari nei confronti di presunti affiliati alla camorra.
Napoli, “inchino” della Madonna davanti casa del boss: 25 arresti nel clan
Tra i destinatari anche i vertici del clan: Agostino e Nicola Sangermano, di 42 e 44 anni. I reati ipotizzati sono molteplici: associazione di tipo mafioso, estorsione, trasferimento fraudolento di valori, illecita concorrenza, usura, autoriciclaggio e porto e detenzione illegale di armi comuni da sparo, quest’ultimi reati aggravati dalle finalità e modalità mafiose.
Le indagini hanno permesso di accertare diversi episodi estorsivi. In particolare, il sodalizio criminale avrebbe imposto a numerosi commercianti e imprenditori della zona di acquistare e vedere specifici prodotti caseari o di fare rifornimento di provviste per l’edilizia presso una sola rivendita. Il clan Sangermano, inoltre, si assicurava importanti profitti economici anche attraverso l’attività di riciclaggio, l’illecito esercizio della professione creditizia e la concorrenza illecita esercitata grazie alla forza di intimidazione.
A dimostrazione della pressante presenza del clan sul territorio, nel corso della processione della patrona del paese, l’effigie della Santa era stata fatta “inchinare” dinnanzi all’abitazione del capo clan. Al termine dell’operazione, gli uomini della Benemerita hanno eseguito un sequestro da 30 milioni di euro, riguardanti terreni e fabbricati, società, autovetture e rapporti finanziari.
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