Mentre si attende l’ufficialità, in queste ore, del probabile inserimento della Campania nella fascia arancione, c’è già qualche commerciante che annuncia la riapertura del proprio negozio rischiando di andare contro le norme in vigore.
Napoli, insorgono i commercianti: “Riapriamo anche contro i divieti”
Ieri, ad esempio, l’associazione Botteghe di San Gregorio Armeno ha annunciato per domani la riapertura dei locali dei maestri del presepe. E anche diversi negozianti di Chiaia del comparto moda da ieri si dicono “pronti a rischiare di andare contro la legge e riaprire”.
E sempre a Chiaia un coro di commercianti si preparano a rimettersi al lavoro in ogni caso, indipendentemente dal colore della regione: “Terrò le luci accese, di qualsiasi colore sia la Campania – racconta Claudia Catapano, di Blunauta, brand di negozi d’abbigliamento al Mattino – Ho 6 esercizi, 15 dipendenti e siamo al collasso. Ho di fronte Tezenis: loro, che vendono intimo, sono rimasti aperti e noi no. Che differenza c’è? Non comprendiamo le scelte del Governo. Perdere il weekend dell’Immacolata sarebbe drammatico, soprattutto se a ridosso di Natale si inaspriranno di nuovo le restrizioni. Inoltre il lockdown è stato finto, la gente in strada c’è stata eccome: se le istituzioni continuano a considerarci invisibili siamo pronti ad andare contro la legge e aprire”.
“Se diventeremo arancioni – dice Carla Della Corte, gioielliera e presidente di Confcommercio Napoli – potremo parlare, anche se timidamente, di Natale. Per i più restii a uscire, ci siamo attrezzati con gli shop online e ci stiamo organizzando con la presentazione dei prodotti in videochiamata, da consegnare poi a casa. Serve sensibilizzare la cittadinanza a salvare l’economia del territorio: bisogna preferire i negozi che riempiono e illuminano le vie, o si spegnerà la città. Il Natale per gioiellerie e abbigliamento rappresenta il 70% dell’incasso in questo anno drammatico”.