Aveva deciso di interrompere la relazione con la nipote del boss. Per lei iniziano anni da incubo: violenze, minacce e vessazioni. La vittima è una giovanissima del quartiere Arenaccia, che ha avuto poi il coraggio di chiedere aiuto e denunciare i suoi torturatori.
Napoli, interrompe la storia con nipote del boss: minacce, violenze e Gps installato sull’auto
Sono sei le persone finite in manette. Ieri la Squadra Mobile di Napoli ha eseguito sei ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti intranei o affiliati al clan Contini di Napoli, e tutti imparentati tra di loro. Per tre si sono aperte le porte del carcere, per gli altri i domiciliari. Tra loro spicca, oltre all’ex della vittima, Davide Buonocore, 28 anni (nella foto al centro), anche Roberto Murano, 52 anni (nella foto a sinistra), braccio destro di Nicola Rullo, nonché capozona del clan Contini tornato a piede libero a febbraio scorso.
Gli altri – come elenca Cronache di Napoli – sono Anna Murano, 29 anni, Annamaria Palumbo, 54 anni, Carmela Palumbo, 59 anni, Stefania Palumbo, 46 anni. Dovranno rispondere, a vario titolo, di atti persecutori, reato tra l’altro aggravato dal metodo mafioso.
L’incubo dal 2016
L’incubo per la ragazza inizia nel 2016, quando la giovane, allora minorenne, decide di interrompere la storia con il nipote del boss, Davide Buonocore. Inizia una stagione di violenze e minacce. Buonocore, piombato in casa della vittima, dopo aver messo tutto a soqquadro, le aveva lanciato un avvertimento a prova di equivoco: “O con me o con nessun altro”.
“Appena scendi ti devo sparare”
I due tornano insieme, ma tra il 2021 e il 2022 la ragazza decide di interrompere di nuovo la storia. L’incubo riparte. Ed è peggio di prima. La giovane viene aggredita in strada, in presenza di amici, si ritrova il Gps installato sulla propria auto e riceve minacce a mezzo social da profili anonimi. L’8 maggio scorso l’aggressore, nel frattempo ai domiciliari, evade e si presenta sotto casa della donna: “Appena scendi ti devo sparare”. Il giorno dopo, Roberto Murano, parente di Buonocore, si presenta a casa dei familiari della ragazza e li minaccia per indurli a non dare informazioni su quanto accaduto la sera prima. La giovane però non ascolta ragioni: decide di denunciare e di dare il via alle indagini.