Napoli, “lavori troppo lontani”: bufera sul rider rapinato. Bifulco: “Gli offrivo un full time”

E’ polemica per la scelta del rider rapinato, Gianni Lanciato, di declinare molte delle offerte di lavoro che gli sono arrivate in questi giorni. Tantissimi utenti in rete non gli perdonano la giustificazione con cui ha respinto alcune delle proposte fatte da imprenditori della zona, tra cui la lontananza da casa del luogo di lavoro.

Napoli, rider rapinato. Bifulco: “Gli offrivo un indeterminato. Non è venuto al colloquio”

A parlare in un’intervista a Il Mattino è Luciano Bifulco, il macellaio di Ottavio che per primo ha manifestato l’intenzione di offrire un’opportunità al 50enne vittima di una rapina a Calata Capodichino. “Abbiamo fissato un giorno per il colloquio – spiega Bifulco – ma a quel colloquio non si è mai presentato. Ero pronto a offrirgli un contratto di lavoro a tempo indeterminato, full time. Un mio collaboratore era disponibile anche ad andarlo a prendere a Napoli per fargli sostenere il colloquio”.

Bifulco nega di essersi fatto avanti per farsi pubblicità. Anzi, aggiunge: “A noi il personale serve. Chi è interessato ci contatti pure. Abbiamo bisogno di almeno quattro persone. Al rider auguro il meglio come lo auguro a tutta l’area metropolitana di Napoli, che non merita di finire sotto i riflettori per fatti di cronaca nera. Il mio appello era nato per questo, per dimostrare che a Napoli esiste gente per bene”.

La replica di Lanciato

Gianni Lanciato affida sempre a Il Mattino la sua replica. “Vorrei far sapere a tutti che sto svolgendo in questi giorni dei colloqui per avere un posto di lavoro – spiega Lanciato -. Spero la settimana prossima di poter frimare un contratto e riprendere una vita normale. Sono disponibilissimo ad andare a lavorare anche in provincia di Napoli – aggiunge – a Caivano o altrove. Non volevo finire sotto i riflettori”. Poi punzecchia Bifulco: “Ha speculato sulla mia vicenda sin dall’inizio, mandando comunicati stampa e addirittura proponendomi di andare da lui a fare il colloquio davanti alle televisioni per farsi pubblicità. Ho capito che le sue intenzioni non erano sincere”.

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