30 euro al primo turno, 20 al ballottaggio. Era questo il tariffario per le ultime elezioni amministrative nel comune di Cercola dello scorso maggio. L’inchiesta che ieri ha portato all’arresto di sette persone, tra cui elementi vicini alla camorra, ha svelato il sistema di voto di scambio messo in piedi grazie a soldi di soggetti in odore di camorra. Sul tavolo avrebbero messo 1800 euro da distribuire a una sessantina di elettori.
Napoli, le mani del clan De Micco sulle elezioni: 1800 euro per fare 60 voti
In carcere sono finiti Giusy De Micco, candidata non eletta a Cercola per Europa Verde, sorella di Sabino De Micco, consigliere di municipalità di Napoli per Fratelli d’Italia, anche lui in carcere, e il 75enne Giovanni De Micco, ai domiciliari.
L’indagine ha preso il via da una segnalazione della polizia municipale di Cercola, che ha ricevuto il plauso di Gratteri: si accorgono che Antonietta Ponticelli, esponente di Europa Verde e figlia di un boss ergastolano, si è presentata all’ufficio elettorale con 30 deleghe per il ritiro di altrettanti certificati elettorali con denuncia di smarrimento. Si scoprirà poi che alcune deleghe erano false.
Ipotesi sostegno alle Europee
Alcuni indagati, come emerge da una intercettazione, quando scoprono che la tornata elettorale – quella del 15 e del 16 maggio – è andata male, non avendo avuto candidati eletti, contestano agli elettori di avere promesso il consenso e intascato denaro da più di un candidato. E c’è anche un’intercettazione dove si fa riferimento a un’ipotesi di futuro sostegno alle prossime europee. Non resta altro che attendere lo sviluppo delle indagini per capire quanto è vasto il sistema di voto di scambio con cui la camorra di Napoli est inquinava le elezioni democratiche del territorio.