Napoli, l’infanzia del killer: la fuga con la mamma e l’omicidio del papà

La violenza in casa era ordinaria e sistematica. Cresciuto in una famiglia legata al clan Cuccaro, la vita di Francesco Pio Valda viene segnata fin dall’infanzia. Anzi, ancora prima che nascesse: sua madre, incinta di lui, fu pugnalata da suo padre durante un’accesa lite. “Mi sono salvato per miracolo”, diceva il giovane quando raccontava dei suoi genitori. Il padre, Ciro Valda, ribelle al clan Amodio-Abrunzo, fu ammazzato nel 2013 dinanzi alla sua abitazione davanti alla sua casa di via Mastellone.

Napoli, l’infanzia del killer: la fuga con la mamma e l’omicidio del papà

Ed è in questo ambiente, fatto di maltrattamenti, soprusi e sopraffazioni che si forma il giovane Francesco Pio Valda, 20 anni ad agosto, colpevole di aver ucciso a colpi di pistola Francesco Pio Maimone, stesso nome, ma di tredici mesi più piccolo di lui, sul lungomare di Napoli. A ricostruire la storia del presunto assassino del 18enne è La Repubblica. 

Arresti, comunità di recupero, evasione, poi l’occasione di un riscatto: imparare un mestiere. Il primo arresto risale a due anni per droga; per il giovane scatta l’arrivo nella comunità Johathan, a Scisciano, in misura cautelare. Poi la fuga, alcune violazioni che gli vengono contestate e di nuovo il carcere. Dopo, l’approdo in un’altra comunità: Mongolfiera, nel Casertano, dove resta un anno. Solo pochi mesi fa arriva per Valda la messa alla prova: prima un progetto nel settore meccanico, poi in quello dell’edilizia. Prove che vengono correttamente superate. Ciononostante, Francesco continua a mostrare i segni di una ferita che non si è mai del tutto rimarginata. “Emozioni ed affetti molto ansiogeni, se non addirittura francamente angosciosi”, scrivevano gli assistenti nelle loro relazioni.

Come scrive il quotidiano La Repubblica Francesco Pio, come i suoi fratelli, non ha mai avuto un percorso di crescita lineare. La madre, che ha reciso i rapporti col figlio quando lui aveva 17 anni, era stata vittima di un tentato omicidio: il marito l’accoltellò quando era incinta di Francesco Pio. Mamma e figlio, scampati alla morte per miracolo, provarono a fuggire da quell’uomo, oltrepassando anche i confini regionali dove furono accolti dai servizi territoriali. La fuga, però, non servì a molto: l’uomo continuò ancora con le minacce e riuscì persino a rintracciarli.

“Stavo in quella famiglia, ma non sono associato, non sto con nessuno”, diceva il ragazzo. Ed ecco che un paio di scarpe griffate, dal valore di mille euro, macchiate inavvertitamente, diventano presto occasione di rivalsa per chi, fine ad oggi, si è sentito invisibile.

 

 

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