È sotto choc il quartiere di Ponticelli per la morte della piccola Lucia S., la bimba di appena 11 anni morta all’ospedale Santobono di Napoli nel giorno del suo compleanno. La piccola era arrivata all’ospedale con vomito e mal di testa ed è deceduta dopo quattro giorni di agonia. La Procura, dopo la denuncia dei genitori, vuole vederci chiaro e ha aperto un’inchiesta disponendo l’autopsia sulla salma della bimba.
Napoli in lutto per la piccola Lucia: disposta l’autopsia sul corpo
Figlia di Aniello e Sonia, Lucia era una bambina vivace e solare. Viveva a Ponticelli con la sua famiglia. Nei giorni immediatamente precedenti al calvario fisico che ha dovuto sopportare, era felice e la contentezza della bambina traspariva anche dal suo diario scolastico, dove annotava i suoi appuntamenti e i suoi pensieri. Il 26 ottobre sarebbe stato il suo compleanno, che avrebbe festeggiato con mamma, papà e i suoi adorati zii.
Purtroppo, però, proprio in quel giorno di festa è morta. Niente che facesse pensare a quella normalità improvvisamente interrotta da un malore improvviso. Il mal di testa, il vomito. Il primo ricovero. Poi le dimissioni e il ritorno in ospedale con difficoltà respiratorie e un edema cerebrale diffuso. Una tragedia che non ha ancora un nome, ma un solo sospettato: meningite fulminante. E i primi a voler fare luce su quanto successo in ospedale sono i familiari, distrutti da questa dipartita improvvisa.
La lettera della zia
“Stamattina sono venuta da te – ha scritto la zia, Emanuela – stavo sistemando le tue cose e ho visto il tuo zaino da scuola. Ho visto la tua scrittura. Ho aperto aperto il tuo diario e le tue ultime cose scritte. Già aspettavi la tua mamma che ti festeggiava ogni anno anche con una semplice torta e due palloncini colorati come piacevano a te. Ma questa volta la festal’hai fatta tu a noi. Te ne sei andata proprio nel giorno del tuo compleanno senza né salutarti e né darti un ultimo abbraccio, ma di sicuro nel cuore e nella nostra mente sarai incancellabile. E chi ti ha fatto del male lo pagherà, non preoccuparti. Tu però mi raccomando: dai tanta forza a tua mamma che ne hanno tanto bisogno”.