Napoli, omicidio Cimminiello: ergastolo bis per il boss e il killer

Ergastolo per mandante e killer di Gianluca Cimminiello, vittima innocente di camorra trucidata il 2 febbraio del 2010. La Corte d’Assise di Napoli ha confermato il carcere a vita per Arcangelo Abete e Raffaele Aprea, rispettivamente mandante ed organizzatore del delitto.

Omicidio Cimminiello, ergastolo per mandante e killer

Il tatuatore partenopeo venne barbaramente trucidate per una ritorsione: Cimminiello, infatti, reagì ad un pestaggio voluto dal clan Amato-Pagano, scattato dopo che il tatuatore aveva pubblicato sui social una fotografia nella quale sembrava che tatuasse l’allora calciatore del Napoli Ezequiel Lavezz. Un concorrente del 32enne, mosso da gelosia, si rivolse al clan affinché Gianluca ricevesse una lezione. La reazione per il 32enne fu fatale. Abile boxeur, il tatuatore riuscì a respingere con la violenza i suoi assalitori. Il clan Abete-Abbinante, per lavare l’onta, decise di ucciderlo.

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