Su ordine della Procura della Repubblica di Napoli, la Polizia di Stato ha eseguito ieri un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di due individui accusati di essere i responsabili dell’omicidio di Giuseppe Scuotto, avvenuto l’11 maggio 2000.
Napoli, omicidio di camorra di Giuseppe Scuotto: scattano due arresti
Scuotto fu assassinato in pieno giorno mentre percorreva il corso Novara a Napoli a bordo di un ciclomotore, colpito da diversi colpi d’arma da fuoco in un agguato che le indagini hanno subito ricondotto a un regolamento di conti di matrice camorristica. Scuotto, infatti, era considerato una figura di rilievo all’interno del clan Contini, con il ruolo di capo zona nel quartiere del Vasto.
L’inchiesta sull’omicidio, riaperta nel novembre 2022 grazie a nuove rivelazioni di collaboratori di giustizia e nuovi elementi investigativi, è stata portata avanti dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli. Gli investigatori hanno riesaminato la documentazione storica sul caso, integrandola con le moderne tecnologie investigative, come le intercettazioni telematiche. Questo approccio ha permesso di ottenere ulteriori riscontri rispetto ai fatti ricostruiti all’epoca, portando all’acquisizione di nuovi indizi a carico dei sospettati.
Il movente: epurazione interna e affari illeciti
Secondo quanto emerso, i due indagati, già affiliati ai clan Licciardi e Contini, avrebbero eseguito l’omicidio di Scuotto in risposta alla presunta gestione di affari illeciti da parte della vittima senza l’autorizzazione dei vertici del clan. In aggiunta, si sospetta che Scuotto potesse essere intenzionato a collaborare con le autorità, una possibilità che avrebbe preoccupato notevolmente i leader criminali.
All’epoca dei fatti, Giuseppe Scuotto si era distinto per aver radunato attorno a sé un gruppo di giovani affiliati, uniti dal desiderio di espandere il proprio controllo sul territorio e sulle attività illecite, in aperto contrasto con le direttive del clan. Le ambizioni di Scuotto e dei suoi seguaci rappresentavano una minaccia per l’ordine stabilito all’interno dell’organizzazione criminale, che decise così di eliminare un elemento divenuto scomodo e potenzialmente pericoloso.