Napoli. Pistola in faccia a “Decibel” Bellini, presi i rapinatori: “Grazie alla Polizia di Stato”

rapina daniele bellini speaker

Napoli. La Polizia di Stato ha arrestato due giovani accusati di aver fatto parte del gruppo di cinque criminali che, nella notte tra il 4 e il 5 giugno scorso, avevano bloccato Daniele Decibel Bellini mentre tornava a casa con la moglie e i figli e lo avevano rapinato. A raccontare la disavventura era stato lo stesso speaker del calcio Napoli con un post su Facebook. I due arrestati sono Emanuele Amoroso, 22 anni, e Gennaro Bonaiuto, 21 anni, sono gravemente indiziati di avere messo a segno quella rapina insieme ad altre tre persone che non sono state ancora identificate.

Rapina allo speaker del Napoli

L’episodio si verificò nella notte tra il quattro e cinque giugno scorso. Bellini si trovava a Posillipo a bordo di un Suv, e stava rientrando nella propria abitazione in compagnia della moglie e dei due figli. I malviventi costrinsero all’uomo, minacciato con la pistola, di consegnare orologio, effetti personali e denaro. Uno scooter che lo inseguiva si fermò sul lato posteriore del veicolo per impedirne la fuga. Subito dopo si avvicinarono alcuni individui con il volto coperto e la vittima, temendo che potessero rubare la macchina e portare via anche i bambini, tentò la fuga innestando la retromarcia, urtando anche il motorino dei rapinatori: uno di loro minacciò di morte il 40enne.

Mentre la vittima cercava di proteggere i familiari, si materializzarono altri due scooter, uno dei quali guidato da un ragazzo a volto scoperto. Due dei tre banditi salirono a bordo dei due scooter che si sono allontanati immediatamente, mentre il terzo è rimasto per qualche attimo sul posto, tentando invano di recuperare lo scooter danneggiato, per poi scappare a piedi.

Le indagini

Partendo proprio dallo scooter danneggiato e sequestrato successivamente, le indagini hanno portato alla identificazione dei due arrestati ieri. Diverse le immagini visionate dal sistema di videosorveglianza che hanno consentito di ricostruire il percorso seguito dai rapinatori e di confrontare l’abbigliamento indossato dai giovani con quello descritto in fase di denuncia dalla vittima, la cui collaborazione è stata determinante per risalire all’individuazione dei responsabili.

Ti potrebbe interessare

Torna in alto