Napoli, Raffaele Perinelli ucciso dopo un litigio: condannato a 17 anni il killer

Dovrà scontare diciassette anni di reclusione Alfredo Galasso riconosciuto come responsabile dell’omicidio di Raffaele Perinelli, il calciatore 21enne di Secondigliano accoltellato lo scorso ottobre al termine di un litigio.

Per Galasso, come riporta Il Mattino, il pm aveva chiesto una condanna a 30 anni di reclusione. Galasso, all’epoca dei fatti, confessò ai Carabinieri di Casoria di essere lui l’autore della fatale coltellata che ha strappato alla vita il giovane Raffaele Perinelli. L’uomo spiegò ai militari di averlo ucciso al termine di un secondo litigio, a Miano.

La ricostruzione. Tutto sarebbe avvenuto una settimana prima dell’omicidio, all’esterno di un noto locale di via Coroglio, a Bagnoli. I due si conoscevano da tempo.

Lello, che non faceva parte dei contendenti, si sarebbe intromesso in un litigio scoppiato all’esterno del locale per fare da paciere. Un gesto che non sarebbe stato apprezzato da Galasso. Il venditore ambulante avrebbe così schiaffeggiato il giovane calciatore, che a sua volta avrebbe reagito colpendolo. I due vennero separati, ma il diverbio non finì lì. L’assassino iniziò a girare in città con un coltello e quando ci fu l’ennesima colluttazione, a Miano, decise di impugnare l’arma e di conficcarla nel petto del ragazzo. La madre della vittima fin da subito aveva sostenuto che l’omicidio di suo figlio fosse premeditato.

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